La penna degli Altri 24/04/2010 14:16

Antonio mio sei libero di farlo

Essere stato al centro dei pensieri, essere stato padrone di cuori non vuol dire poterci camminare sempre sopra a piacimento. Quando finisce una storia bella, intensa, dove ognuno ha dato quello che aveva e poteva, resta nostalgia certo, ma per poco. Talvolta ritornano prepotentemente i ricordi, e l’immagine dell’amato che prende a calci la bandierina del corner, e viene ingiustamente ammonito, è vivida in noi. I rapidi e doppi scambi a 200 all’ora in verticale, stretti in uno sputo d’erba con San Francesco, non è possibile dimenticare mai più. Non ti rinneghiamo Antonio. Siamo romanisti. Certi atteggiamenti non ci appartengono. E non ti biasimiamo. La fine non è dipesa da noi, e anche se tu ci hai messo del tuo, ti avremmo probabilmente perdonato ancora un’altra “scappatella”. Potevi fidanzarti qui. Visto che dici che molto del tuo miglioramento in campo e fuori dipende oggi da una donna vera ed equilibrata al tuo fianco. Potevi maturare ancora un po’ sotto
il cupolone. Ma ti capisco. Genova è più Bari di quanto tu non pensassi. Il quartiere vecchio, il porto, i vicoli che sanno di sale e pesce fresco, o che fresco lo è stato. I tatuati superano per numero e fantasia i “pelle vergine” di ogni à. Come non sentirsi nella bambagia? Li sei “il”, cosa di cui sicuramente tu nella tua storia di uomo e di calciatore avevi più bisogno. Da noi eri “un”, e se non capivi il perché era un tuo problema, non certo il nostro.
 
Abbiamo visto cose che tu umano non riesci neanche a immaginare. Abbiamo visto Jair con le mutande di fuori dai calzoncini andarsene col 7 sulle spalle con la sua andatura piegata e il sedere alto lungo la destra nella speranza che il campo non finisse mai. Abbiamo seguito il lento e faticoso movimento a centrocampo di Peirò, con i suoi calzettoni arrotolati alle caviglie da falso Sivori, ma di non certo inferiore talento, e lo abbiamo considerato e sostenuto fino alla fine, come un vecchio nonno. Abbiamo indirizzato alle spalle di portieri nemici centinaia di punizioni dal limite di Agostino Di Bartolomei. E tutto lo stadio accompagnava la sua rincorsa con un “OOOoooooooooo” prolungato che tu neanche puoi immaginare quanto era alto in decibel e che pelle d’oca faceva venire. Abbiamo tirato su Roberto Pruzzo almeno un palmo sopra le teste di tutti i difensori del mondo e lo abbiamo tenuto in aria per tutto il tempo necessario alla sua inimitabile “spizzata” destinata agli angoli, o al suo frontale in controtempo. Un miracolo di democrazia perchè rendeva tutti i portieri uguali nell’inadeguattezza tra i pali. Abbiamo avuto a braccetto Barison, un bisonte impazzito dalla forza di Conan. E Prati. Che non hai mai visto Prati in giallorosso ? Non torno indietro a Ghiggia e Selmusson.
 
Che devo continuare? T’arrendi Anto’? Scusa se uso questa frase da ragazzino che litigava dopo un fallo subito e prendeva a “cravatta” il malcapitato collo avversario con l’avambraccio su cui scorreva l’altra mano a chiudere il polso. T’arrendi Anto’? Ma che cazzo ne sai Antonio tu dell’amore che i romanisti hanno dato e ricevuto? Abbiamo osannato tanti brocchi. Abbiamo regalato per poche lire astri nascenti e verdi come giunchi agli strapoteri calcistici del nord in cambio di ex campioni a fine carriera per far contenti i botteghini e gli occhi. Abbiamo visto il più grande di tutti, Bruno Conti, girare su se stesso centinaia di volte a mulinello mentre i difensori stramazzavano al suolo con la testa e gli occhi in fiamme, con i piedi fusi negli scarpini. E poi
riprendere la fuga e fare finte su finte fino a servire palloni d’oro su piatti d’argento. Quella chioma in fuga è rimasta a Trigoria. Er riccetto no. Non te lo . Vabbè lo faccio va: mentre Kawasaki era leggenda, e si cercava di fargli capire che alla fine della corsa doveva crossare al volo verso il centro (ci sono voluti due anni) tu in che menti eri? Mentre Francesco Rocca dai menischi che si logoravano seminava sulla sinistra chiunque dalla propria porta al calcio d’angolo opposto senza fermarsi, senza occupasi di compagni, senza calcolare gli
avversari, per poi trovarsi solo, con la palla, ma senza nessuno a cui darla, la Sampdoria aveva solo una maglia carina. Si si, certo Mancini e Vialli. Ok. Io sto parlando di ALTRO. Un altro da te. Una lista di mogli ti ho fatto. Non di amanti. Ci sei stato anche tu dentro la lista. Cerca di restarci. Non fare cazzate. Noi siamo buoni. Ma fino a un certo punto.