La penna degli Altri 18/04/2010 15:14

Al Flaminio la vendetta del tedesco

Per la Lazio: Bastianelli, Di Loreto, Rizzolo, Muro, Greco...

la Roma risponde con: Peruzzi, Gerolin, Conti, Andrade, Rizzitelli. In campo la squadra giallo-rossa schiera, nel suo primo derby, Rudy Voeller, manca però Lionello Manfredonia, certamente in viso a larghi tratti della tifoseria ma vitale per dare consistenza al centrocampo dei nostri. Nils Liedholm, costretto a reinventare la mediana, inventa Massaro centrale e spedisce Renato e Policano a sbrigare il lavoro di spola sulle fasce.

La mossa si rivela poco fortunata, gli uomini di Materazzi prendono il sopravvento e al 25’ Di Canio batte Tancredi e accenna un’esultanza sotto la (andate a rivedere il filmato e potrete vedere dove l’ex capitano biancoceleste ha effettivamente arrestato la sua corsa).


E’ un derby maledetto il primo derby del tedesco, che però, da subito, dimostra di saper leggere l’atmosfera di questa gara in maniera perfetta.

Mentre la Roma appare smarrita, passiva, in balia di un fraseggio lento e prevedibile, il tedesco, per due volte, va vicino al pareggio. 
Nella prima occasione è Fiori a sbarrargli la strada uscendo alla disperata, mente Monti lo rincorre disperatamente,nella seconda è la traversa a tremare mentre Acerbis e lo stesso Di Canio guardano terrorizzati l’inutile volo del proprio .

Da quel 15 gennaio, i derby di Rudi saranno vissuti nella lucida, spietata ricerca della “vendetta” sportiva.

Troppo presto, per riuscirvi nella stracittadina di ritorno, il 28 maggio. Una gara cattiva (interrotta da tre minuti di rissa generale che porteranno
a due espulsioni e quattro ammonizioni). Un brivido,a dire il vero c’era però stato, un gol annullato da D’ Elia a Policano, proprio per un intervento di Rudi (migliore in campo per le pagelle dell’epoca). Del resto, per D’Elia annullare gol alla Roma nel derby diviene un’ irrinunciabile tradizione e anche il19 novembre1989, è Voeller a far trillare il fischietto dell’arbitro di Salerno. Si tratta di un nuovo pareggio, con l’ennesima grande prestazione del tedesco che sullo 0-0 aveva servito una palla d’oro a Rizzitelli che nella foga, tutto solo davanti a Fiori, non aveva saputo approfittarne. Del resto la particolarità di Voeller, il tratto distintivo che lo rendeva unico in quella Roma, era proprio la capacità di unire una sconvolgente determinazione all’assoluta e disciplinata lucidità teutonica.

Chi invece non era per niente lucido, la sera del 18 marzo 1990, era Gigi, tifoso laziale residente a Testaccio. Le cronache raccontano che Gigi, avendo perso una scommessa con il romanista Sandrone, era stato costretto, per
onorare la parola data, ad effettuare un intero giro del quartiere completamente vestito da donna, tacchi e rossetto compresi, subendo l’uragano di prevedibili prese in giro.

A regalare la tremenda passeggiata all’incauto aquilotto era stato Rudi Voeller. Dopo due anni di poco paziente attesa, era infatti arrivato il momento di cancellare l’onta della sconfitta del 1989.

Nel pre-partita le due squadre compiono il riscaldamento sfoggiando delle magliette realizzate dai tifosi. Quella della Roma mostra una faccina sorridente con la scritta: “Lazio? No grazie!”, mentre quella della Lazio riproduce la sagoma di Di Canio, con il dito alzato verso la Sud e la scritta: «Anche oggi così».

A non essere d’accordo è Voeller, che prima dell’inizio del match dichiara: «Siamo più forti, ricordiamocelo, è assurdo scendere in campo con strani complessi. Non è un caso se abbiamo sei punti più di loro in classifica. Cerchiamo di dimostrare che meritiamo questo vantaggio».

Finisce, per l’appunto, con la rete di Rudi che raccoglie il traversone di Giannini e castiga Orsi, antichissimo ex giallo-rosso.                                                                                                                                                                                E’ la prima vittoria per lui in un derby... e anche per e , che assistevano a quella gara dagli spalti del Flaminio.

Il capitolo seguente, quello del 2 dicembre 1990, vede invece solamente un pareggio ma con una prestazione strepitosa di “Grissino” (soprannome che Rudi aveva guadagnato da ragazzo) che risulta il migliore in campo in tutte le pagelle dell’indomani. Trasforma da par
 suo il rigore del momentaneo vantaggio e si arrende solo al 41’ della ripresa quando con una mezza rovesciata in area di rigore impegna Fiori.

La stagione dei derby elevati alla X, vede un nuovo rigore vincente del tedesco il 6 aprile 1991, non è la migliore stracittadina della Roma, ma, incredibile a dirsi, Voeller è ancora il migliore in campo.

Non solo segna ancora su rigore, ma tiene in allarme la retroguardia avversaria, ma è in grado di proporsi come assistman per i suoi compagni, come al 5’ della ripresa, quando dopo una travolgente discesa
sulla destra serve Rizzitelli che non trova la giusta coordinazione.

Per il “tedesco volante” ci saranno ancora due presenze nei derby del 6 ottobre 1991 e del 1 marzo 1992, due pareggi che aggiungono poco alla grande intensità e abnegazione con cui il campione del mondo ha sempre onorato il proprio impegno. Non è un caso che nel dicembre del 1992, la rivista ufficiale dell’AS Roma, scelse tra le 17 copertine rappresentative dell’intero cammino percorso dal marzo del 1983, proprio l’esultanza di Rudi dopo il gol partita del Flaminio.

Kurt Voeller ha detto che una volta Karl Heege, insegnante di suo figlio, s’infuriò fino a minacciarlo di sospensione perché in un tema il ragazzo aveva scritto di voler fare il centravanti... beh, se il signor Heege avesse saputo che centravanti sarebbe stato Rudi Voeller, quel tema lo avrebbe senza dubbio incorniciato.

Il dieci alla carriera... la lode sono i tre gol alla Lazio.