La penna degli Altri 15/04/2010 11:03

200 metri a 5 stelle. Ecco Casa Roma

La «casa» della Roma è sulla sinistra del corridoio prin­cipale, si incontra dopo aver su­perato gli uffici del personale Co­ni addetto allo stadio, il bar riser­vato (ne parliamo a parte) e un al­tro ufficio a esclusiva disposizio­ne dell’ufficiale Uefa quando lo stadio ospita partite internaziona­li.



Sulla sinistra c’è la targa, la scritta «spogliatoio» e lo scudetto giallo e rosso con la lupa e la sigla ASR. Siamo arrivati, la Roma si prepara qui, dentro questi due­cento metri quadri a 5 stelle. En­triamo, c’è subito l’ampia sala con un tavolo dal rosso dominante sul­la destra: qui i magazzinieri e i massaggiatori preparano il mate­riale di base per la gara, compre­so il ghiaccio generato da una macchina. Tutto l’ambiente è pia­strellato di bianco ma i fregi sono a tema con fantasie rosse e ocra, i colori della Roma.

A sinistra c’è l’area giocatori, dove gli atleti si cambiano prima e dopo la gara. Sul perimetro della sala 25 sedili in pelle, morbidi e con fodere giallorosse: al centro un tavolo con il simbolo della Roma stam­pato sopra. Prima della gara, cir­ca tre ore prima, i magazzinieri organizzano la zona, distribuendo su ogni sedile la maglia del gioca­tore, le scarpe, le ciabatte. Il resto degli effetti personali lo porta il giocatore stesso. Questo spoglia­toio può essere isolato dal resto della zona riservata alla Roma tramite una porta scorrevole fat­ta montare da Spalletti alcuni an­ni fa: il tecnico voleva raccoglier­si con la squadra lasciando fuori i rumori e l’attività di magazzinie­ri e massaggiatori.



Tornando nella sala d’ingresso, di fianco allo spogliatoio-atleti, c’è la stanza privata dell’allenatore: qui Ranieri può pianificare le ul­time cose con il suo staff, e ha an­che sedile, armadietto e doccia ( come spieghiamo a parte, con box, idea di Spalletti...). Uscendo dalla stanza riservata e superan­do l’area di ingresso, si accede al­la zona delle docce: sono sedici, sempre fregiate di giallorosso, in­trodotte da un’anticamera con una elegante, lunga e sinuosa panchina in legno dove i giocato­ri possono rilassarsi prima e dopo la doccia.



Proseguendo si incontra l’area massaggi, una stanza con 4 lettini blu che possono essere azionati elettricamente per regolare incli­nazioni e altezza. Qui i fisioterapi­sti si prendono cura dei giocatori, prima e dopo la gara, o addirittu­ra durante l’intervallo. Nella stan­za, tra un lettino e l’altro, ci sono cinque mensole in legno utili ai massaggiatori.



Quando l’arbitro aziona la sire­na, la squadra esce sul corridoio principale, svolta a sinistra e in­contra gli avversari nella prima area di chiamata: siamo già a po­chi passi dal campo, che si scorge sulla destra. Si scendono le prime scalette, atleti e arbitri si ritrova­no nella seconda area di chiama­ta, appena sotto il campo: da qui non resta che salire i gradini e sbucare dentro l’Olimpico, sul prato, accolti dal boato del pub­blico.

E’ ora di cominciare.

Rosella Sensi si «concentra» nel bar autorità

Nel corridoio principale, prima della zo­na degli spogliatoi veri e propri, c’è un bar riserva­to, una sorta di zona auto­rità. L’accesso è consenti­to a un numero molto ri­stretto di persone, e viene spesso utilizzato dai presi­denti per conversare con colleghi e ospiti in genere. E’ uno dei posti, esclusi­vissimi, dove è possibile incrociare il presidente Rosella Sensi durante le gare della Roma, per stemperare la tensione o fare considerazioni sulla partita. La Sensi raramen­te va oltre questa soglia per rispettare la privacy dei giocatori, un rispetto ovviamente reciproco da parte dei giallorossi.

Quello del bar è un am­biente molto intimo, dove si ritrovano gli ospiti di ri­guardo di Roma e Lazio: quando all’Olimpico c’è il , per esempio, rac­contano come non sia raro che il presidente De Lau­rentiis chieda alla figlia di aspettarlo nel bar riserva­to mentre lui incontra i suoi giocatori negli spo­gliatoi.

e Toni primi della fila seduti di fianco da buoni amici

e Luca Toni non sono solo compagni di Roma e di Na­zionale (ex ma forse anche prossimi...). Sono soprattutto ottimi amici, come i due han­no sottolineato spesso, anche prima dell’arrivo dell’attac­cante emiliano in gialloros­so. Non a caso, come si vede nella foto Bartoletti a sinistra, hanno i sedili uno di fianco all’altro. Entrando nello spogliatoio-giocatori della Roma, subito a sinistra dopo la porta principale del­lo spogliatoio giallorosso, i primi due posti sono di Toni e : si racconta anche di un beau geste del capitano, che avrebbe ceduto il primo sedile al compagno come no­bile segno che ne facilitasse l’ambientamento in squadra. A un passo dai due sedili di Toni e c’è la lavagna che può usare Ranieri nelle riunioni tecniche immedia­tamente prima delle gare o durante l’intervallo. Ogni po­sto per i giocatori ha il sedi­le in pelle (in totale sono 25), un armadietto privato per gli effetti personali, una coppia di appendiabiti e lo spazio per scarpe, ciabatte o altre necessità.

L’arbitro preme il «rosso» E’ il segnale: in campo!

Sono ambienti molto confortevoli, arreda­mento moderno e molto funzionale. Ognuno dei due ambienti ha una pol­trona e un ampio tavolo per l’eventuale riunione tecnica dell’arbitro con i suoi assistenti. Ognuno dei due ambienti ha due docce a disposizione, ma è soprattutto una la ca­ratteristica peculiare degli ambienti dedicati agli ufficiali di gara. I due spogliatoi hanno al­trettanti ingressi autono­mi dal corridoio princi­pale, quindi è possibile entrare nei due spoglia­toi distintamente: ma i due ambienti sono colle­gati tra loro da una por­ta interna che si può aprire o chiudere all’oc­correnza. Durante la fa­se più « intima » si può quindi serrare, nel caso in cui gli ufficiali di gara fossero di sessi diversi, per consentire il rispetto della privacy. Nella fase tecnica, invece, la porta viene aperta per creare un ambiente unico che consenta all’arbitro di stabilire gli ultimi detta­gli con i suoi collabora­tori.



E’ la società ospitante a provvedere a tutte le esigenze dell’équipe ar­bitrale, mentre general­mente non si fa molta di­stinzione di compiti se a uno degli ufficiali serve un massaggio o una pre­stazione medica.

E poi c’è quell’anoma­lia cromatica... Le stanze dedicate agli arbitri han­no come tema dominan­te il blu - colore del Coni proprietario e gestore dello stadio Olimpico ­come si può vedere dal­le nostre foto. C’è solo un pulsante rosso, inserito nel blocco luci all’in­gresso dello spogliatoio ( il particolare nella foto a sinistra): l’arbitro schiaccia il bottone ros­so azionando così una si­rena che suona in tutto l’atrio degli spogliatoi. La sirena è il segnale di chiamata, le squadre si ritrovano nell’atrio di chiamata e dopo pochi istanti saliranno sul ter­reno di gioco.