La penna degli Altri 10/03/2010 09:55
Totti: "Il Mondiale? Vediamo..."

Ha poco tempo a disposizione, ma tutto si deciderà entro il mese prossimo: « Alzare la Coppa del Mondo è stata una delle sensazioni più belle del mondo, anche perché quando festeggiavo con la Coppa in campo a Berlino verso i tifosi dellItalia, lo facevo perché lì cera mio figlio Christian che allora aveva sette mesi ed era la prima volta che mi veniva a vedere; perciò ho pensato che fosse doveroso alzarla verso di lui. Tornare in azzurro? Non lo so, perché ancora non ne ho parlato con il ct e poi dovrò valutare la mia condizione fisica e poi bisogna vedere se il gruppo mi vuole. Un poi dopo laltro...».
Totti è stato vicino al Real in due occasioni. Nel 2001 e nel 2004. Il suo racconto si riferisce alla prima volta: «Cè stata unoccasione importante nella quale potevo andare al Real Madrid. Non ho detto no, anzi, allinizio ho detto sì. In quel momento avevo problemi con il club, poi però si sono risolti e le cose sono cambiate» .
In quel periodo, durante il quale Totti aveva ancora Zavaglia come procuratore, cerano state frizioni con il presidente Franco Sensi. La seconda volta che il Real Madrid tornò alla carica si riferisce a tre anni più tardi. La Roma giocò in Champions League a Madrid contro il Real. Si era appena dimesso Rudi Voeller e prima dellarrivo di Del Neri la squadra era stata affidata provvisoriamente ad Ezio Sella. Ernesto Bronzetti, consulente del Real, si presentò nellalbergo della Roma per parlare con Totti, suscitando la vibrata protesta di Franco Baldini, allora direttore sportivo giallorosso. Il capitano ha preso in considerazione soltanto il Real. Non avrebbe mai potuto vestire la maglia di un club italiano.
Totti ha anche parlato della sua carriera: «Il momento più bello penso sia stato il 2001, quando abbiamo vinto lo scudetto. Era un sogno che avevo da quando ero bambino e che sono riuscito a realizzare, anche perchè come ho sempre detto vincere uno scudetto a Roma è come vincerne dieci da unaltra parte in Italia. Quando sei giovane pensi e speri di calpestare il prato dellOlimpico, però era più un sogno che un traguardo vicino. A Roma si amplifica un po tutto. Erano ventanni che non si vinceva un titolo e quando ci siamo riusciti è scoppiato il delirio. La gente diventa pazza, non capisce più niente, farebbe qualsiasi cosa per questi colori».