La penna degli Altri 04/03/2010 09:32
Tenga il resto sono Romanista. Noi, intrusi al bar del Pirellone
Cè la Roma da affrontare, ma le chiacchiere si soffermano sui muscoli lesionati di Pato, sul futuro di Gattuso, su Leonardo e la fidanzata e su qualche immancabile amante di Berlusconi. Solo dopo qualche provocazione del cliente giallorosso in incognito, il discorso da bar sfiora la Magica.
«Chi marca il Totti? Il Nesta?» chiede un vecchietto sprovveduto. «Ma non gioca da tre mesi!», lo zittisce un ragazzo, finora in disparte che poi azzarda un pronostico: «Se gioca Toni il Milan perde», e conclude con una confessione: «Tifo per voi sabato». «E gli altri giorni?» gli chiediamo. «Interista. Chiaro». Ecco, nel bar di via Plinio si consuma una situazione che i romanisti allestero conoscono bene: la Magica raccoglie simpatie
strumentali, soltanto, cioè, quando un nostro successo può dar fastidio a qualche altro nemico. Male, ma minore.
Odiati, ma non come i veri avversari. Buoni solo per togliere punti agli altri. Raccogliere questi consensi, pronunciati sempre con insopportabile aria paternalista, è frustrante. La viscerale avversità emerge solo quando li insidi e, sgomitando, ti vuoi inserire in una logica che non ti comprende. Allora lì esce tutta la diffidenza e il fastidio che gli provochiamo, tollerati se inferiori, ma quando alzi la testa (e li batti), ecco che spunta la consueta arroganza dei potenti. Siamo troppo diversi per essere parte del loro club esclusivo, diversi proprio antropologicamente, quasi esteticamente, non ci capiranno mai. E meno male. Se servisse un altro buon motivo per vincere dopodomani eccolo qui: sconfiggere Galliani e soci per noi immigrati romanisti significa poter bere un caffè senza pacche sulle spalle, ma con lo sguardo del più forte. Tenga il resto, sono della Roma.