La penna degli Altri 11/03/2010 08:40
Sindaco, vuole un decreto salvalazio?

una grande realtà».
Ora, detto comunque che limpresa è impossibile, uno si chiede semplicemente una cosa: che vuol dire? Che significano queste parole pronunciate in diretta radio dal sindaco di Roma? Come fa un sindaco ad aiutare una squadra di calcio? Si parla di stadio? Allora ok, parliamone, ma non è questo il caso. Parliamo di situazioni economico-finanaziarie dove necessariamente la politica può e in alcuni casi deve dire la sua? No, nemmeno, qui parliamo di salvare la Lazio dalla serie B, di arrivare almeno al quartultimo posto. E questo il punto. Come fa Alemanno? Che fa? Entra al posto di Zarate perché è squalificato? Si mette al fianco di Rocchi e Floccari più che per fare un tridente, lultimo triumvirato? Oppure aiuta Edy Reja? Sono misteri questi. Ora, sia chiaro: linteresse del sindaco verso la Lazio è assolutamente legittimo e, per certi versi, di sua competenza, non tanto perché la Lazio si dice sia una squadra della Capitale, piuttosto, e questo è incontrovertibile, per il suo passato di politico come ministro delle politiche agricole.
Giurisdizione tutta sua, però il "ma" rimane: tecnicamente come si può tradurre in pratica questa salvezza visto che gli eserciti è sempre meglio lasciarli perdere? E, soprattutto, sarebbe legittimo aiutare la Lazio a salvarsi dalla Serie B? Alemanno vuole chiedere al governo di fare un decreto salva-Lazio? E se lo facessero anche i sindaci di Siena, Bergamo, Livorno, Catania e Udine, come funziona? Retrocederebbe la Fiorentina? Un motivo, che sfugge, ci dovrà pur essere. Ma quale? Difficile capire, si possono fare ipotesi di fronte al mistero, speculare. E allora uno scopre che Gianni Alemanno è nato a Bari e che domenica cè proprio Lazio- Bari. Straordinario: potrebbe essere una strategia, un modo per nascondersi e intimamente - liberamente - gufare. Forse o forse no. Forse sarà proprio la data, perché un 10 marzo di qualche anni fa Roma-Lazio finì 5-1. Totti e Montella, Montella,
Montella, Montella. Quello manco cor mille proroghe se cancella.