La penna degli Altri 08/03/2010 09:29

Roma, il ritmo è da scudetto



Sì, ritmo scudetto. Ed è da qui che la squadra giallorossa deve ri­partire, consapevole di quello che ha fatto, forte di una ritrovata con­cretezza. Perché questa è una Ro­ma imbattuta da diciassette parti­te in campionato, l’ultima sconfit­ta è datata ventotto ottobre sul campo dell’Udinese, Udinese che tra due turni si presenterà al­l’Olimpico, un numero che è me­glio non abbinare alla scaraman­zia, ma che rimane un numero im­portante, quasi un intero girone, diciassette partite in cui sono sta­ti conquistati quarantuno punti, una media di 2,41 ogni novanta minuti che se proiettato su tren­totto gare vorrebbe dire novantu­no punti abbondanti he nel novan­tanove per cento dei casi vorreb­bero dire fare una grande festa fi­nale.

Da questa certezza, da quel­lo che è riuscita a fare da quando Claudio Ranieri si è presentato a Trigoria, che la Roma deve ripar­tire, subito, da Livorno domenica prossima. Non si fanno diciassette risultati utili consecutivi, dodici vittorie e cinque pareggi, ventotto gol realizzati, undici subiti, se non si hanno valori importanti, se non si è una squadra che quando va in campo ha in testa l’obiettivo della vittoria. Per ritro­vare una striscia positiva più impor­tante bisogna torna­re alla Roma di Ca­pello. Uno studio apparso ieri sul sito LAROMA24.IT ha evi­denziato come, nel­la stagione succes­siva al terzo scudet­to, quella Roma riu­scì a mettere insie­me la bellezza di ventiquattro gare senza sconfitte con un parziale di quin­dici vittorie e nove pareggi, quindi con una media gara inferiore a quella attualmente in corso per la forma­zione giallorossa.

A spingere la Roma, oltre questi numeri, ci deve essere anche sa­pere che entro un paio di settima­ne rientrerà un giocatore che si chiama , che Toni giocando può solo tornare Toni e che, anche se purtroppo, non ci so­no più partite europee da affronta­re. E questo vuole dire poter pre­parare meglio la partita di cam­pionato. La è nelle ma­ni della Roma, guardando il calen­dario, sarebbe un suicidio non centrarla.