La penna degli Altri 16/03/2010 10:30
Rimonte, stanchezza e atteggiamento. Persi proprio 6 punti

1. SE GIRA LA TESTA
La Roma è la figlia femmina di una famiglia allargata in cui un papà e un quasi papà si sono dati il cambio assicurandole un'educazione ricca, ma piena pure di contrarietà. Come spiegare, ad esempio, la recente masochistica tendenza a subire rimonte se non con un lascito ereditario di Spalletti? Presunzione, morbidezza, superficialità (vero Motta?) Tante grazie, papà Luciano. E, prima, come interpretare il braccino mostrato contro il Milan? Quello è figlio della rpoverbiale prudenza di Ranieri, simile a quel papà molto protettivo che pensa sempre al peggio: qualunque cosa è pericolosa, anche mettere il naso fuori casa. Se si deve proprio uscire, bisogna coprirsi molto bene. Il cambio disgraziato di Napoli (fuori Baptista, dentro Faty) è figlio di questa apprensione: come se Ranieri avesse fatto rincasare la Roma prima di mezzanotte, vietandole di osare. I suoi detrattori dicono che non è un allenatore vincente, ma da buon piazzamento. Una Mercedes, insomma, ma non una Ferrari. Potrebbero pure avere ragione ma un terzo posto quest'anno sarebbe già tantissima roba
2. PROBLEMI FISICI
"Siamo stanchi". "No ci sentiamo bene, vivi". Poi, Ranieri, ha messo tutti d'accordo: "Ci manca solo un pò di smalto". Ma, vista la squadra di Livorno, forse qualcuno sta finendo la benzina. La stanchezza (o una condizione fisica precaria) ha fatto perdere la lucidità a qualcuno e infatti sono fioccati cartellini gialli come ai bei tempi. E dire che De Rossi e Pizarro, per esempio, sapevano benissimo di essere diffidati, anzi se lo erano ricordati l'un l'altro prima di scendere in campo. La ROma ha ricominciato a perdere colpi in coincidenza di un nuovo salto di qualità degli infortuni: capace di fare a meno di Totti e Toni, la squadra si è scomposta quando ha dovuto rinunciare a Julio Sergio, Pizarro e, a Livorno, a Vucinic, l'uomo in più degli ultimi mesi, magari un pò troppo fragile. Ultima annotazione, la tendenza generale delle squadre di Ranieri a perdere brillantezza in primavera e a fare meno punti nei finali. In particolare, come dice Perrotta, "la Roma potrebbe pagare gli sforzi della grande rimonta".
3. NON TUTTI ALL'ALTEZZA
Capitolo che rischia di essere spiacevole e magari ingeneroso con qualcuno. Perciò, va premesso: tutti hanno dato il massimo per risollevare la Roma e consentirle di vivere un'altra stagione da protagonista. La squadra è ancora in lotta per lo scudetto. Però, non sono tutti uguali i calciatori della Roma, nè possono considerarsi tutti prime linee. Tanto per partire dall'ultimo colpevole, Motta in difesa non è Cassetti: avrà pure più talento, ma risulta assai meno affidabile. E a proposito di talento, Menez ne ha da vendere, ma lo tieni chiuso nell'armadietto, così è un calciatore tristemente normale, senza i guizzi di Vucinic, per non dire di Totti. A centrocampo, non si sa come fare a meno di Pizarro, anche perchè De Rossi sta vivendo una stagione tormentata. Tornando in difesa, la partita di Livorno ha fornito qualche elemento inquietante: la conferma del disordine mentale di Mexes (ha perso tutte le sue sicurezze), la conseguente necessità di schierare sempre Burdisso, le prime defaillance di Juan, il diritto a riposare di Riise. Ma Tonetto è vivo e lotta con noi?