La penna degli Altri 22/03/2010 08:32

«Nove minuti con il cuore in gola per mio figlio»

partita col cuore in gola».

 

L’Olimpico, non un posto qualunque. «Quando mio figlio era più piccolo e ci capitava di passare lì vicino in macchina, lui ripeteva sempre la stessa cosa. Che gli sarebbe piaciuto, un giorno, poter giocare lì». Detto, fatto. Il diciottenne numero 42 della rosa romanista, alla vigilia dell’esordio ha chiamato spesso i genitori da Trigoria: «Ci ha costantemente informato dal momento in cui è entrato in ritiro, sino al momento di andare a dormire. Poi ci siamo sentiti la mattina della partita e, successivamente, ci ha mandato alcuni sms lungo il tragitto in pullman verso stadio. Contava sulla possibilità di scendere in campo, però credo di averlo aiutato nel fatto di essere contentissimo anche solo per la panchina. Mi ha raccontato che tutti i ragazzi della prima squadra lo hanno fatto sentire uno del gruppo».

 

Com’è abitudine, a fine partita Luciano e Luisa sono andati a prendere il figlio (che ancora non ha la patente) a Trigoria: «Era ovviamente felicissimo per l’esordio in A e per la vittoria sull’Udinese. Tutto il viaggio di ritorno verso casa è stato un continuo squillare del cellulare. I compagni della Primavera lo hanno sommerso di sms, soprattutto Scardina e Citro che hanno vissuto con lui questa settimana speciale tra i grandi. Ma anche D’Alessandro da Grosseto e Bertolacci da Lecce». Chiusura con i festeggiamenti: «Non c’è ancora stato il tempo, perché questa mattina (ieri, ndr) si è di nuovo allenato con i grandi. Dopo pranzo è uscito con gli amici, intenzionato a festeggiare l’esordio, e non lo abbiamo ancora rivisto».