La penna degli Altri 09/03/2010 08:45
«Noi pensiamo a vincere. E basta»

qualche rock star ma due calciatori della Roma, Julio Baptista e Juan che devono presentare le nuove maglie che la Seleçao indosserà ai prossimi mondiali. La gente che li aspetta però non vuole sentire parlare di Brasile, ma di Roma. E allora dopo qualche domanda, di rito, sulla Seleçao si comincia a parlare della formazione giallorossa. E qui le intenzioni sono chiare per entrambi. «Domenica andiamo a vincere a Livorno per mettere al
sicuro un posto in Champions. Se poi lInter dovesse rallentare...».
Che emozione è per voi indossare la maglia del Brasile?
B: «Per noi la maglia della nazionale è il massimo. E un onore giocare per i nostri colori e per il nostro paese. Quando stiamo nel nostro paese la sentiamo di più, quando stai tra i tuoi compagni, parliamo la stessa lingua ed è tutto più facile».
J: « E una grossa responsabilità, ringraziando Dio siamo abituati e ci teniamo a fare bella figura. Credo che tutti ci tengono a rappresentare il proprio paese. Quando andiamo in nazionale abbiamo la possibilità di ritrovare la famiglia, gli amici, di parlare la nostra lingua, mangiare brasiliano. Per noi è unoccasione molto grande, facciamo tanta fatica per arrivare in nazionale e allora è molto più bello».
Roma è la città più brasiliana del mondo.
B: «E molto simile. Il clima prima di tutto, poi cè il calore della gente che per noi è molto importante».
J:«A Roma ci sono stati tanti calciatori brasiliani, hanno vinto tantissimo e hanno fatto bene».
Julio, hai avuto paura di perdere la nazionale nel periodo in cui giocavi poco nella Roma?
B: «Dunga non mi ha garantito il posto in squadra. La sua fiducia lho conquistata in tutte le partite che ho giocato in nazionale. E vero che ho giocato meno ma sono rimasto sempre tranquillo perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il mio momento».
Se fosse entrata quella palla sabato col Milan sarebbe stato un altro campionato.
B: «Sarei più contento per i tre punti però era difficile contro il Milan, che ha grande qualità. In questo momento un punto è una cosa buona per come stiamo messi in classifica. Non possiamo vincerle tutte quindi dobbiamo accontentarci».
LInter è davvero imbattibile?
B: «Dipende tutto da noi. Se noi vinciamo e loro no, possiamo provarci ma sarà difficile. Noi dobbiamo tentare di avvicinarci il più possibile e vincere più partite. Sappiamo qual è il nostro obiettivo».
J: «Quello che hanno fatto negli ultimi anni è evidente. Hanno fatto lennesimo campionato straordinario, e ora stanno gestendo. E inutile guardare sempre lInter perché cè sempre il Milan davanti e dobbiamo anche stare attenti a chi insegue. Dobbiamo fare come sempre, pensando partita dopo partita cercando di fare più punti possibile».
Siete stanchi?
J: «Credo che sia normale. Non si possono fare 17 risultati utili consecutivi in campionato senza essere stanchi. Abbiamo giocato il giovedì e la domenica per tutta la stagione, poi quasi tutti giochiamo in nazionale. Ora nella parte finale della stagione potremo lavorare con maggiore tranquillità».
Avete superato senza problemi il periodo di flessione.
J: «Credo che per quello che abbiamo fatto in questo periodo, con tutti i problemi che si sono stati e gli infortuni, i due punti con Milan e Napoli sono guadagnati. Ora dobbiamo andare a Livorno con la mentalità giusta per vincere e continuare il nostro percorso».
B:«Penso che dobbiamo andare per fare la nostra partita. Ogni gara è una finale e deve essere così fino alla fine. Dobbiamo pensare a tutto quello che abbiamo fatto finora».
A Livorno ci saranno tanti tifosi.
J: «E una situazione bella. I tifosi della Roma vogliono sempre stare vicini alla squadra, anche nel momento difficile ci sono stati ma ora che le cose vanno bene è un piacere in più per noi avere i nostri tifosi allo stadio. Sabato col Milan è stato bellissimo e li vogliamo pure a Livorno, anche se lo stadio è più piccolo. Ci dà più forza per giocare».
Juan, preferisci giocare in coppia con Burdisso o con Mexes?
J: «Non ho preferenze in quanto sono due grandi giocatori. Sono due campioni e ci si gioca bene accanto. Ho giocato sempre con Philippe e sono stato molto bene, quando gioco con Nicolas mi trovo bene, la squadra funziona. Alla fine penso che siamo tre grandi difensori, e metto dentro anche Andreolli che è ancora giovane e
quando ha giocato ha sempre fatto bene».
Ti sei ripreso completamente dagli infortuni.
J: «Penso di sì. Noi siamo sempre a rischio, ora mi sento bene e ho ritrovato anche la fiducia. Io sono sempre disponibile, poi dipende anche dal mister ma io voglio esserci sempre».
Comè stato limpatto con la squadra quando sei arrivato. E comè giocare con Totti?
B: «Quando si arriva in una grande squadra si è sempre in grande difficoltà, ma tutti i brasiliani che fanno parte della Roma mi hanno aiutato. Giocare con il capitano è fantastico ma io mi trovo bene con tutti i compagni dattacco, anche con Toni. Poi alla fine però decide il tecnico».
Come fai a calciare le punizioni così bene?
B:«Bisogna allenarsi tanto. In allenamento puoi tirare tutte le punizioni che vuoi, ma in partita hai la possibilità di farlo uno o due volte. Quindi limportante è lallenamento, più le provi e più hai la possibilità di segnare in partita».
In chiave campionato è meglio che Inter e Milan escano dallEuropa?
J: «Difficile dirlo. Magari se escono vanno in crisi ma può succedere anche che poi si concentrano solo sul campionato».
B: «Per il primo posto io dico che è ancora tutto aperto. Sia noi che il Milan possiamo ancora recuperare»
LInter ha rallentato molto.
B: «E normale perché ora ogni squadra li conosce, per loro non è più facile come allinizio. Molte squadre lottano per non retrocedere, e allora è molto difficile».
J:«Nelle ultime due stagioni hanno sempre perso molti punti nel finale di stagione. E anche una questione psicologica perché non è facile giocare sempre per vincere».
Avete raccomandato Julio Sergio a Dunga?
J: «Non mi intrometto. Quando Dunga mi chiama faccio le valigie e vado in nazionale. Sicuramente lui chiama i giocatori che reputa più forti».
Spesso ti paragonano con Aldair...
J: «Io voglio lasciare il mio segno, ma lui è un grandissimo, irraggiungibile... Ha lasciato un segno indelebile qui a Roma, molto più di quanto non potrò mai fare io. Il paragone mi fa piacere ma io provo a fare il mio percorso».
Che emozione hai provato nel segnare un gol nel derby?
«Quando si arriva a Roma non si ha unidea ben definita di cosa voglia dire il derby. Poi lo vivi veramente e capisci cosa voglia dire. La gente ti riempie di affetto e un gol nel derby può valere tantissimo».