La penna degli Altri 26/03/2010 08:59
Il sorriso del presidente: "Scudetto? Magari"
no. Non è il momento. La Sensi ha preso la parola solo per ringraziare lo staff del Gemelli, che da un anno
è la struttura di riferimento del club: «Per me è un onore essere qui,abbiamo scelto una struttura di eccellenza e punto di riferimento per la città perché lavoriamo con loro giorno dopo giorno. Speriamo di continuare a fare bene insieme».
Anche Ranieri sulla supersfida di sabato non ha voluto rilasciare dichiarazioni, però ha parlato di tutto quello che ruota intorno al mondo Roma. Al suo mondo: «Quando la Roma fa gol sono troppo concentrato per esultare, ma dopo gioisco il doppio. Mentre quando perdiamo soffro due volte. Non riesco a vivere in pieno lo stadio ha aggiunto tanto che cerco di entrare in campo sempre alla fine del coro Roma, Roma, Roma. Altrimenti sarei troppo emozionato». Parole al miele, così come quelle per Menez, con cui il mister è stato protagonista di un sentito abbraccio al termine di Roma-Udinese, mostrato anche ieri in un video: «Jeremy è strepitoso, fantastico, ma ha bisogno di sentire il supporto intorno a lui. Forse essendo così giovane avrebbe avuto bisogno di giocare sempre, così avrebbe anche potuto vedere la stima del suo allenatore. Ma alla Roma questo non è possibile. Adesso ha capito quanto tengo a lui. Questo ha aggiunto è il compito di noi tecnici: tenere insieme il gruppo, far sentire tutti importanti».
A fine conferenza, una ragazza ha domandato: «Noi facciamo ricerca e non ci sono soldi. Non pensate che voi ne prendiate troppi per dare calci a un pallone?». Totti replica: «Domanda giustissima, ma è il business che è così, non siamo noi a fare il mercato». Ranieri integra: «Sono daccordo con voi, sono tanti soldi, ma pensate al cinema, dove gli attori sono strapagati ugualmente. Lì, però, se una scena non viene bene, può essere rigirata. Francesco se sbaglia si espone in prima persona. Nel calcio la scena non si può mai girare di nuovo». Ovazione per lui, che ringrazia, si alza e se ne va. Uno studente lo raggiunge: «Mister, me raccomando eh Io vengo allo stadio». Ranieri gli stringe la mano. Poi, dopo qualche passo, si gira e sorride. E questo basta.