La penna degli Altri 21/03/2010 11:05

Dopo Yoko Hono e John Lennon ecco Mirko Vucinic e Luca Toni



Chapeau, ha disegnato un paio di terzine meglio di Rimbaud. Sembra l’uomo che può cambiare la storia, poi ce n’è pure un altro che è già leggenda, si chiama . Ecco, immagina. Imagine... che può essere questa Roma quando tornerà pure il giocatore  più forte che abbia mai avuto, immagina soltanto se  ra una settimana... E’ il momento di farlo. Il sogno non è più così un sogno, resta innominabile soltanto perché altrimenti i desideri non si avverano e ieri sull’Olimpico sono passate quattro stelle cadenti (una cometa la prima di Vucinic, più una sassata, quasi un meteorite, quella di Toni).

Esprimete i desideri e non rispondete: dove può arrivare questa Roma qua? Quali sono i limiti dopo stanotte? Ieri mancavano anche , Pizarro, Mexes e Taddei, altri quattro, come i gol, come i moschettieri, come i punti che mancano... tutto torna, tutto può arrivare. Questo è il momento di crederci: tra una settimana c’è la storia, tra una settimana si può  sognare.

Imagine. Claudio Ranieri, il quarto Beatles, l’ha fatto: s’è inventato un francesino alto alto fino al  soffitto in mezzo al campo, e a un altro gli ha dato solo un compito: "vai, sii libero e felice". La Roma è andata con la Marsigliese, poi davanti ci ha pensato la nuova strana bellissima coppia: Vucinic era come Jimmy Grimble, aveva strane scarpette viola perché erano magiche come la squadra per cui gioca; Toni invece era un radar, una giraffa, una gru che si spostava in continuazione, quello che serviva a Jeremy Zizou per giocare a battimuro come fanno i ragazzini. Apposta alla fine è entrato pure Stefano Pettinari classe ’92 e tanta classe: come a ricordare che la Roma è un’eterna storia che si rinnova, che mai s’arrende e si ritrova. Stavamo a 14  unti, siamo a 4, e tra una settimana...

Imagine. Nella notte in cui salutavamo per sempre un campione d’Italia, Naimme, nella sera in cui Mirko quando segna ricorda a se stesso e a tutti che sta per diventare papà, la Roma ha scoperto un nuovo inizio. Oltre le critiche, oltre i gufi, oltre le statistiche da Udine all’Udinese, con l’Udinese che non aveva mai vinto in trasferta e l’ultima volta l’aveva fatto all’Olimpico... Ieri era una serata speciale, tutti i cattivi pensieri, le jatture sono rimasti altrove, chissà dove ma non da queste parti. C’è un  nuovo coro da un po’ di tempo che si canta con splendida insistenza in , è la versione allungata e  rivista delle note di Maledetta primavera. Ieri dopo il 2-2 dell’Udinese s’è alzato forte proprio quel canto e la Roma che s’era per un momento persa, più per colpe dell’arbitro che per le sue, s’è immediatamente ritrovata, s’è stretta forte a se stessa e si è ripresa con prepotenza e con cura un sogno. Il suo. Una canzone. You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one / I hope someday you’ll join us, and the world will live as  one (Puoi dire che sono un sognatore ma non sono il solo / Spero che ti unirai anche tu un giorno e che il mondo diventi uno). Imagine tra una settimana che sarà lo stadio Olimpico contro l’Inter. Immagina perché oggi si può fare: è il 21 marzo. Primavera.