La penna degli Altri 02/03/2010 08:51

Continua la serie positiva. Nel mirino le 24 di Capello

quelli dei rimpianti. Al 2-2 subito in Sardegna nei tre minuti di recupero è seguito il 3-2 nell’andata col Panathinaikos, che ribaltò il 1-2 per la Roma tra l’84’ e l’89’.

Ed è lì che i giallorossi si sono giocati la qualificazione, visto che portare a casa la vittoria avrebbe consentito di affrontare con ben altro spirito il ritorno del’Olimpico, dove anche i greci sarebbero venuti molto più demotivati.

Poi c’è stato questo 2-2 di , dove fino al 75’ la Roma vinceva 2-0. Sarà meglio riprendere le vecchie abitudini, dunque, quelle grazie alle quali i capitolini avevano fatto risultato quasi allo scadere in ben 7 gare, di cui 6 di campionato e 1 di Europa League. E parliamo delle 2 vittorie col Siena (2-1 di Riise all’89’ in Toscana e

2-1 di Okaka all’88’ all’Olimpico), di quella con la (ancora Riise per il 2-1 del 93’ a Torino) e di quella di Firenze, dove Vucinic segnò all’82’. Ad esse si abbinano i pareggi di Palermo (3-3 di all’88’), Catania (1-1 di al 92’) e Londra, dove Andreolli segnò al Fulham il gol di un altro 1-1 ancora al 93’. Bei tempi, verrebbe da dire ora che, invece, in quei minuti finali i gol si prendono.

 

Ma non disperiamo, perché se è vero che a la Roma ha buttato dalla finestra l’ennesima vittoria che sembrava ormai conquistata è anche vero che ha allungato la sua striscia positiva in campionato portandola a 16 giornate (12 vittorie e 4 pareggi). Ed era dall’ormai lontano torneo 2001-02 che non le capitava di collezionarne una così lunga. In panchina sedeva Capello e, a parte il cambio di allenatore di quest’anno, quella stagione presenta molti lati in comune con questa in corso, che se finisse con un secondo posto diventerebbe praticamente identica a quella. Anche nel 2001-02, infatti, la Roma partì male in campionato, dove nelle prime due giornate collezionò altrettanti 1-1 in casa del Verona e all’Olimpico con l’Udinese. Due squadre che sulla carta

dovevano essere facilmente battute dai campioni d’Italia in carica. Poi arrivò la sconfitta interna col il Real Madrid nel maledetto 11 settembre dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, quindi la sorprendente battuta d’arresto di Piacenza, dove una Roma abulica e disattenta perse 2-1. In porta Capello aveva promosso il giovane Pelizzoli, appena arrivato dall’Atalanta, al posto di Antonioli, fermato anche da alcune noie muscolari.

 

Il ragazzo aveva qualità e doti fisiche, ma a differenza dello Julio Sergio di oggi (che come lui è stato promosso al posto del titolare, fermato da guai fisici) non si dimostrò reattivo al punto giusto e a Piacenza finì nell’occhio del ciclone per i gol di Hubner e Di Francesco. Così nella successiva partita di di Bruxelles contro l’Anderlecht Capello si riaffidò ad Antonioli, che da quel momento riprese saldamente in mano le chiavi della porta giallorossa. Intanto si era arrivati quasi a fine settembre e nessuno, viste le circostanze, avrebbe

osato scommettere sul riscatto dei giallorossi, che invece cominciò a partire da domenica 23 settembre, quando all’Olimpico sconfissero 2-1 la con il gol del neo acquisto Panucci all’88’. Era la quarta giornata.

Da quella in poi la Roma non perse più fino alla ventisettesima, per un totale di 24 partite utili consecutive di campionato suddivise in 15 vittorie e 9 pareggi. La serie si interruppe a S.Siro contro l’Inter la sera del 24 marzo 2002, quando la Roma perse 3-1 nel vero match scudetto di quel torneo, al quale le due squadre erano arrivate

appaiate in testa alla classifica con 56 punti. Fu una striscia esaltante, che vide la Roma vincere due volte con la Lazio (2-0 all’andata e addirittura 5-1 al ritorno), passare a Torino contro la (2-0) e regalare tante soddisfazioni ai suoi tifosi, ma anche buttare al vento partite sulla carta molto facili (lo 0-0 di Brescia e l’1-1 di Lecce) che poi, insieme al 2-2 di Venezia, le pregiudicarono la possibilità di rivincere lo scudetto.

Una storia che nella sua evoluzione sembra finora molto simile a quella di quest’anno. Per finire ricordiamo che il record di imbattibilità della Roma in campionato è di 30 partite (15 vittorie e altrettanti pareggi) e che fu stabilito con Liedholm nel periodo che andò dalla vittoria casalinga per 3-1 con l’Udinese del 30-11-1980 alla sconfitta del 22-11-1981 (3-2), fatalità sempre in casa dell’Inter. La stessa che molti anni dopo, con l’1-1 all’Olimpico del marzo 2006, fermò a 11 le vittorie consecutive della Roma di Spalletti e che, a pensarci bene, sembra fatta apposta per interrompere le serie positive dei giallorossi.