La penna degli Altri 05/03/2010 10:16

Capello affonda a Zemanlandia e dice addio al Milan



Ma i ritorni, come ram­menta con saggezza la vera­ce voce di fonte popolare, si rivelano, nella vita e pertan­to anche nel calcio, di tenore spesso deludente e pernicio­so. Così, il tecnico friulano, comandato suo malgrado al­la testa di una compagine in­dolente ed imbolsita, imboc­cava l’imprevisto, choccan­te percorso di una stagione amara e scellerata. In pochi giorni, nel cuore della sgar­giante primavera del 1998, l’Olimpico impietoso inflig­geva al Diavolo, randellan­dogli forte e accanito sul groppone, in alternanza di colpi inferti dalle opposte sponde, caterve di mazzate massacranti: beffato in vee­mente rimonta in Coppa Ita­lia, giusto nell’atto conclusi­vo, dalla Lazio, “Don Fabio” mirava ad ottenere riscatto repentino rovistando, certo assai incauto e temerario, nella tana, pressoché inac­cessibile, dei lupi. I giallo­rossi, da par loro, lanciati al­legri e superbi sulla strada levigata dell’ambito, festoso sorpasso, in tromba e in pompa magna, sui cugini impalati e stralunati, spriz­zando furia, agonismo e sa­lute da ogni poro, prenotava­no un posto d’onore in Cop­pa Uefa.



“Zemanlandia”, premiato laboratorio calcistico di “zo­na” aggressiva, spregiudica­ta ed integrale, aveva da po­co trasferito la propria cele­bre, storica sede cittadina, suscitando clamore e tangi­bile euforia, sulla riva del Tevere connotata da ferven­te militanza romanista. Lo spettacolo allestito dagli ar­tisti scritturati dal “Circo di Boemia”, rasentando livelli di piena perfezione, mandò in visibilio il pubblico entu­siasta, annichilendo nel con­tempo il Milan, umiliato nel gioco e nel punteggio.

Capello, forse turbato e al­quanto rintronato dai ritmi scatenati subiti durante l’in­fernale sarabanda, si pre­scrisse un’intera stagione dedicata allo studio del foot­ball ed al riposo. Consumerà in breve, glaciale, implaca­bile vendetta, soffiando, pro­prio a Zeman, la bramata panchina giallorossa.