La penna degli Altri 04/03/2010 10:20

“Pareggio ogni 3 anni”: è il fairplaycontabile

Non fosse che anche questo parametro si sta sfaldando. Da un lato, fonti ECA parlano di «quinquennio» invece che di triennio. Inevitabili ulteriori trattative. Dall’altro, sembra che verrà alterato lo stesso concetto di «pareggio». Invece di pareggiare i conti nell'arco dei tre anni (cioè chi ha un passivo di 20 milioni il primo anno e 10 milioni il secondo dovrà per forza registrare un utile di 30 milioni il terzo anno) basterà pareggiare i conti una volta ogni tre anni. Almeno questa è l'idea dei club i quali si dicono fiduciosi che Platini accetterà. A quel punto il gioco è (quasi) fatto. Si potranno fare spese folli per due anni di fila e poi rientrare il terzo anno (o magari addirittura il quinto, se passa la proposta lassista dell'ECA). E rientrare, in questa situazione, non sarà poi così difficile. Basterà magari ristrutturare i contratti in maniera creativa. Un esempio: se prevedo il «passivo» per il 2011-2012 e l'utile nel 2013 per poi tornare in passivo l'anno seguente, basterà proporre al mio centravanti da 4 milioni l'anno un contratto che gli garantisca 5 milioni nel 2011 e 2012, 1 milione nel 2013 e poi nuovamente 5 milioni nel 2014. La media resta sui 4 milioni solo che nell'«anno dell'utile» sarà molto più bassa, permettendo di generare un attivo.

L'Uefa insiste che vigilerà sulle manovre elusive, così come passerà a setaccio i bilanci dei club per colpire altre forme di «contabilità creativa». Ma la battaglia è tutta da giocare ed è difficile immaginare che da Nyon riusciranno a trovare le necessarie risorse per vigilare sui conti di centinaia di club in 53 nazioni diverse (spesso con normative contabili disomogenee). Platini pensa ad una sorta di tassa sugli introiti tv della e della Europa League che verrebbe usata per assoldare un esercito di contabili. Scompare quasi totalmente dal Financial Fair Play l'idea di limitare l'indebitamento. L'unica vera concessione? Un club non potrà più avere debiti verso i suoi azionisti e quindi l'Abramovich di turno dovrà sottoscrivere un aumento di capitale se vuole investire nel Chelsea (cosa che peraltro ha già fatto). Si è parlato anche di nuovi limiti al numero di giocatori sotto contratto (non più di 25 «over 21») e della possibilità di impedire ai club morosi nel pagamento degli stipendi a giocatori o dipendenti di partecipare alle competizioni europee. L'ECA canta vittoria e assicura che le proposte verranno adottate in toto dall'Uefa. Da Nyon frenano, ma l'impressione è che la voglia di rivoluzione sia un po' scemata.