La penna degli Altri 06/02/2010 10:27
"Voglio superare l'Inter poi lasciarla per la Roma"

In unintervista rilasciata ieri a 'Roma Channel', il centrale difensivo ha parlato per prima cosa delle prospettive per questa stagione: «Non dobbiamo porci obiettivi. Possiamo credere nella possibilità di lottare fino alla fine con lInter, dobbiamo ragionare partita dopo partita. In più vogliamo proseguire il cammino sia in Europa League che in Coppa Italia. Qui alla Roma ho trovato un gruppo importante, siamo molto uniti. Totti e De Rossi sono lanima e il cuore della squadra, Daniele ha un cuore grande così. A Roma ho legato moltissimo con Pizarro e con tutti gli altri. Totti, De Rossi ma anche Perrotta mi parlano di due anni fa, di quella partita col Catania allultima giornata, dicendo che lo scudetto doveva vincerlo la Roma. Come mi trovo con Ranieri? Ci ha sorpresi, è un tecnico sempre presente. Il suo gioco esprime una grande concretezza anche se poi, col passare del tempo, sta diventando anche abbastanza spettacolare. La cosa più importante però è la grande concretezza che ha dato alla squadra».
Burdisso, con Juan e Mexes, costituisce un pacchetto di centrali di difesa che in pochi hanno. Tre titolari, dei quali ogni volta uno è costretto a restare fuori: «Mi fa molto piacere giocare con loro, non è una frase fatta quella che tra noi non cè concorrenza. Siamo tutti e tre molto diversi. Inoltre sto giocando molto più degli altri anni. Cosa significava lesultanza di Mexes dopo il gol allUdinese di giovedì sera? Phil è un ragazzo eccezionale, ma forse quel modo di esultare non significava nulla. Comunque glielo chiederò».
Dal presente al futuro, entro giugno la Roma dovrà cercare un accordo con lInter per il riscatto di Burdisso: «Purtroppo non dipende da me, però mi farebbe piacere restare. Vorrei rimanere in questo gruppo eccezionale. In più Roma è una città che si adatta di più alle caratteristiche di noi argentini (in confronto a Milano)». Tra i vari aneddoti raccontati da Burdisso, la tradizione ai tempi dellInter delle cene a base di asado, le tipiche grigliate sudamericane: «Le organizzavamo io, Cambiasso, Samuel, Crespo e quando era a Milano anche Solari. Ci vedevamo con le famiglie, cucinavamo tutti insieme. Crespo e Solari sono ragazzi di città e non sanno cucinare, venivano soprattutto a fare casino. Riproporre lasado anche qui a Roma? Sì, se dovessimo vincere la Coppa Italia potrei organizzarlo, facendomi aiutare da mio padre e Pizarro. Ora no, è ancora brutto tempo». La decima Coppa Italia, quella che varrebbe la stella dargento sulla maglia, val bene un asado. Buon appetito, Nicolàs.