La penna degli Altri 02/02/2010 11:29
Special Two

IL SOGNO ROMANO
Già, ma siamo sicuri che sia proprio una sorpresa? Claudio Ranieri, er nummero uno, sognava da una vita di sedersi sulla panchina di casa e per casa si intende la sua città, la sua squadra, i colori giallorossi che l'hanno lanciato come calciatore nel 1973, anno in cui a New York venivano inaugurate le Torri Gemelle, la Juve conquistava lo scudetto numero 15, Peppino di Capri vinceva Sanremo con "Un grande amore e niente più" e Josè Mourinho era un bambino di 10 anni. Tanto per capirci e fare un pò di amarcord. Anche la Roma in tempi più recenti, cercava un tecnico di casa, uno capace di rianimare una squadra ormai appagata e senza stimoli e demotivata dopo 4 anni di emozioni, bel gioco e successi con Spalletti. Lha trovato ed ecco perché, tutto sommato, il boom dei giallorossi ora non va considerato una sorpresa.
NUMERI DA SBALLO
Certo, i numeri sono da capogiro e fanno tornare in mente proprio linizio del ciclo Spalletti, quello che portò Totti e tutti gli altri a conquistare undici vittorie consecutive. Ora, con Ranieri in panchina, la Roma ha ottenuto diciassette risultati utili di fila (tra campionato e Coppa Italia: 14 successi e tre pareggi), ha il secondo attacco del campionato con 37 gol (Inter 45), ha quasi sempre vinto allOlimpico (nelle 10 partite interne sono stati conquistati 27 punti su 30 a disposizione) ed è salita fino al secondo posto in graduatoria (ma il Milan ha una gara da recuperare), cosa che non succedeva da 60 giornate, 18 maggio 2008.
PRESSIONI E ANSIA
Ma quale è stato il segreto de er nummero uno? Ranieri innanzitutto ha dato equilibrio a una squadra che, ormai, giocava prevalentemente in attacco pur non avendo più la fluidità di gioco e la corsa dei tempi migliori, rendendola più pratica in mezzo al campo e più solida in difesa. Poi ha consolidato lo spogliatoio, cancellando gelosie e rancori e, soprattutto, dando fiducia a chi ormai si stava deprimendo. Sì, perché il grande problema di Roma e della Roma è che attorno alla squadra si vive sempre tutto agli eccessi e ormai in molti si erano abituati troppo bene, senza capire che forse il ciclo Spalletti era finito e quella squadra, così come era, non poteva ottenere di più.
In questi mesi di ridimensionamento (a livello di pretese, cioè meno pressione dallesterno) Ranieri ha potuto lavorare con tranquillità trasmettendo fiducia e adrenalina alla squadra. Per questo motivo, però, adesso verrà il difficile. Con questi numeri e con questa nuova posizione di classifica, anche la piazza tornerà a sognare in grande e a essere pressante e allora sì che sarà difficile dare continuità, soprattutto di fronte alla prima difficoltà. Sarà allora, più che adesso, che Ranieri dovrà dimostrare di essere er nummero uno, lo Special One de Roma.