La penna degli Altri 14/02/2010 09:33
Roma senza freni Ora lInter è a +6
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Ed è qui forse la chiave per capire la straordinaria serie positiva (venti risultati utili, diciassette vittorie e tre pari, eguagliato il primato di Capello, non ancora quello di Liedholm che arrivò a trentacinque; tredici successi consecutivi in casa): tanto era brillante ma monotematica la Roma di Spalletti, tanto è duttile, «modellabile», «malleabile» come cera la Roma di Ranieri.
Ieri i giallorossi sono partiti con il «rombo » a centrocampo con Taddei vertice alto. Una scelta che consentiva al Palermo di utilizzare le corsie esterne con una certa efficacia. Cambio di copione, allora: Taddei a sinistra e Vucinic che assisteva Totti (ha giocato un tempo, partecipato a un gol e offerto comunque una prestazione migliore di quella di Firenze) partendo da destra. Altro giro altra corsa, nella ripresa, quando Baptista ha sostituito Totti (entrato tra i fischi, è uscito al fischio finale tra gli applausi): vero e proprio 4-23-1, con De Rossi e Pizarro affiancati, Taddei sempre a sinistra, Brighi più largo a destra e Baptista dietro Vucinic in posizione centrale.
Adattabilità tattica e grande capacità di lettura delle fasi della partita. Ora si può anche dire che il solito «Fattore C» ha dato nel primo tempo una mano a Ranieri. Però, in quei 45 minuti il Palermo ha espresso il meglio di sé, sfiorando il gol almeno quattro volte ( tre con Miccoli, una con Cavani). La Roma ha capito che non sarebbe stata una passeggiata di salute: ha limitato i danni e atteso lepisodio che è arrivato (angolo di Totti, girata di Brighi e infausto intervento di testa di Bovo che spiazzava Sirigu). Nonostante la rete, il Palermo non ha ammainato bandiera e Delio Rossi ha ragione quando dice che sino allo 2-0 la squadra ha fatto la sua parte.
Nel calcio, però, vince chi commette meno errori e i rosanero di errori ne hanno commessi tanti, sia sotto la porta avversaria che sotto la propria porta e soprattutto questi ultimi hanno pesato sullo squilibrio finale (il raddoppio di Baptista, sicuramente condizionato da una spinta di Taddei su Cassani, è stato una sorta di festival degli orrori). E pure in occasione del terzo gol i rosanero hanno mostrato di scarsa reattività nellandare ad aggredire la palla che usciva dalarea e che si è trasformata in un facile «assist» per Brighi (con la doppietta ha evidentemente festeggiato con un giorno di anticipo il compleanno).
E al di là della prodezza di Pizarro (un cambio di campo di una quarantina di metri a pescare Riise che in diagonale batteva per lultima volta Sirigu), anche il quarto gol sottolinea una serata nella quale la fase difensiva del Palermo non è stata inappuntabile. Ma gli errori degli uni sono normalmente la conseguenza delle qualità degli altri.
Oggi la Roma è una squadra straordinariamente efficace sotto porta, pur potendo contare su un Totti non al meglio e su un Vucinic che si accende come le lampadine dellalbero di Natale, a ritmi alternati (e Toni che ieri ha guardato la partita da un palco dellOlimpico). Efficacia e concretezza assistite da una notevole disponibilità al sacrificio (il povero Taddei avrà percorso i chilometri di una maratonina).
LInter ( che giocherà questa sera) è ad appena sei punti. E evidente che stasera Mazzarri avrà, a duecento chilometri di distanza, tifosi estremamente interessati. Lo scudetto ora è solo un sogno ma con la Champions che riparte e il grande dispendio di energie mentali che fa bruciare, « sognare » senza farsi schiacciare psicologicamente può essere utile e benefico. Anche per migliorare laddove la squadra manifesta qualche titubanza ( troppe conclusioni concesse agli avversari, troppo spesso le palle alte sono una «croce»). Il volo continua, alto, molto alto.