La penna degli Altri 15/02/2010 09:48
Riise, sventola in Sud la bandiera gialloroscia

Così, John Arne Riise è rimasto alla Roma, felicissimo di restarci, meritandosi via via con i fatti lamore che la gente romanista gli manifesta ogni volta che scende in campo. Quattro reti in campionato e due in Europa League: mica male per uno che di professione fa il difensore e che doveva esser messo alla porta di Trigoria perchè inadatto per il calcio italiano. Si diceva, anzi gli si rimproverava: non sa difendere, corre tanto ma non ha i tempi di inserimento, tecnicamente è macchinoso.
Possibile che la Roma avesse preso dal Liverpool un brocco incapace di stoppare un pallone o di frenare un avversario? Evidentemente, Riise aveva soltanto bisogno di tempo e di addestramento. Ranieri, che in avvio lo aveva escluso a Siena nel giorno del suo esordio sulla panchina della Roma, gli ha spiegato alcuni movimenti in fase difensiva (maggiore copertura centrale, diagonali più ragionate) e non lha più lasciato fuori. E lha invitato a pensare ancora alla fase offensiva.
Dopo la rete da tre punti su calcio piazzato proprio a Siena, è arrivato il gol contro il Fulham, poi quello contro il Siena allOlimpico dopo la perla di Torino in casa della Juventus e, sabato scorso, la rete al Palermo. Cinque reti che diventano sei con quella segnata al Kosice quando ancora cera Luciano Spalletti sulla panchina della Roma. Siamo in attesa del suo primo gol con il piattone destro: una chimera? Mai dire mai... La gente per lui impazzisce. Sarà perchè Giovannone si presenta in campo, sempre e comunque, cioè con qualsiasi temperatura, con la maglietta a maniche corte; sarà perchè la sua suatta di sinistro è diventata un vero e propio cult; sarà perchè è grande e grosso ma non fa mai male a nessuno, anzi i falli che commette durante una partita si possono contare sulle dita di una sola mano; sarà perchè sorride sempre; sarà perchè applaude i tifosi anche dopo una sconfitta; sarà perchè quando ha il pallone vicino al piede sinistro il gol sembra sempre nellaria.
Ormai i tifosi si aspettano che John segni un gol calciando dallinterno dellarea della Roma: quando prende palla, anche a un chilometro dalla porta avversaria, dagli spalti parte immancabile il coro/brusio/invito/auspicio: «Tiraaaaaaaaa......».
Se i tifosi stravedono per John, lui stravede per Francesco Totti. Allinterno dello spogliatoio di Trigoria gli siede praticamente accanto, ha preteso e ottenuto il posto che era di Stefano Okaka, il pupillo del capitano (e di De Rossi), lo studia, gli fa da ombra. A Roma si trova alla grandissima, sua moglie Maria Elvegard - che da poco gli ha regalato Emma (John ha il nome della figlia tatuato sul braccio sinistro) - lo stesso: la famiglia Riise non pensa minimamente a emigrare. John ha anche imparato a parlare benino litaliano (con qualche battuta in romanesco...) e allinterno del gruppo tutto sembra tranne che un freddo norvegese piombato nel caos di Roma dalla tranquilla Alesund, minuscola città di pesce e di Art Noveau.