La penna degli Altri 07/02/2010 12:17

Ranieri-Prandelli, tuffo nei ricordi



IDOLO - Ranieri ha lasciato un ricordo im­portante a Firenze. Al punto che negli ultimi due anni, quando si è presentato al «Franchi» come allenatore di quella che a Fi­renze è storicamente l’avversaria più avver­saria, ha avuto una bella accoglienza da par­te della tifoseria viola. Che, probabilmente, non ha dimenticato quei quattro anni, comin­ciati in serie B dopo una retrocessione che sembrava impossibile anche soltanto imma­ginare, subito la promozione, seguita da una crescita costante, fino alla doppia vittoria in coppa Italia e Supercoppa con Batigol che da San Siro gridava alla telecamera Irina te amo (Iri­na è la moglie dell’argentino, di questi tempi me­glio specificare).



INTENSA - Molto più breve l’av­ventura romani­sta di Cesare Prandelli a Trigoria. Dove fu accolto, dopo l’addio di Fabio Capello in dire­zione , al grido ave Cesare che non può che far parte del dna di una à come Roma. Doveva essere l’allenatore che faceva dimenticare il quinquennio capelliano, il tec­nico che avrebbe dovuto ripartire con un pro­getto importante. Non andò proprio in questa maniera. Ci fu il ritiro a Irdning in Austria, il ritorno a Roma, la partenza per una tournée negli Stati Uniti ma con Prandelli assente. Purtroppo nella vita del tecnico era entrata drammaticamente la malattia della moglie. Si provò ad andare avanti, ma di fronte a cer­te cose non si può continuare a lavorare, e al­lora Prandelli a pochi giorni dal via del cam­pionato decise di salutare per stare al fianco della moglie, in­sieme ai suoi figli e per questo noi ancora oggi ci togliamo il cappello. Il suo addio fu il pri­mo di una stagione che per la Roma si trasformò in un annus horribilis, cinque diversi tecni­ci, una salvezza raggiunta alla penultima giornata di quel campionato vincendo sul campo dell’Atalan­ta, in panchina Bruno Conti che in quei mesi ha perso qualche anno e messo qualche ca­pello bianco, Europa garantita grazie all’in­gresso nella finale di coppa Italia, superando nei quarti proprio la ai calci di ri­gore.