La penna degli Altri 28/02/2010 09:41
Ranieri: «Milan, vengo a prenderti»

Può sorridere Ranieri, perché nella lista dei convocati rientra Julio Sergio, che stamattina sosterrà un provino decisivo per il suo utilizzo al San Paolo. «Se viene con noi è perchè è in ballottaggio. Non posso dire se ha più o meno possibilità di giocare, domani parlerò con lui e con i medici e prenderemo una decisione. Se non dovesse farcela toccherà di nuovo a Doni».
La gara col Panathinaikos potrebbe avere degli strascichi dal punto di vista psicologico. «Abbiamo avuto dieci minuti di sbandamento che però non devono portarci fuori strada, sono amareggiato come lo sono i giocatori e i tifosi. Volevamo arrivare fino in fondo, non ci siamo riusciti. Ora dobbiamo dare una risposta importante col Napoli. Ci aspetta una squadra determinata e che verrà spinta da un grande pubblico. Voglio vedere la Roma che conosco, sempre a testa alta. I ragazzi devono reagire, lhanno fatto più di una volta, sono allenati per questo. Per domani mi aspetto una gara vibrante, tosta, con gente determinata che vuol fare bene». Meglio, quindi, tornare subito in campo. «Questo gruppo ha già dimostrato di saper reagire e rialzarsi dopo momenti difficili e dopo delle cadute. Quella col Napoli è una partita che tutti i giocatori vorrebbero giocare, la cosa più importante che può chiedere un giocatore di calcio, giocare e recitare in uno teatro stracolmo».
Oggi potrebbe tornare titolare Menez. «Sta facendo bene in allenamento. Anche giovedì sera ha fatto bene quando è entrato. Ho visto in lui la determinazione e la volontà che ci vogliono ». Dopo la sconfitta col Panathinaikos a Roma in molti sono tornati a vedere gli spettri del passato. «Così come non eravamo imbattibili prima ora non siamo gli ultimi arrivati. Dobbiamo lottare con determinazione sempre, a volte succede che gli altri sono più determinati di te o sfruttano occasioni che si presentano e tu non ce la fai. La mentalità vincente? Cè quando vinci ed è perdente quando perdi. Non mettiamoci in testa teorie che non stanno ne in cielo ne in terra. Lo sport è così».