La penna degli Altri 15/02/2010 09:22

Ranieri: "Con Totti e Toni Roma a mille"

L’imperatore Claudio è solo all’inizio dell’opera, il rapporto con questa squadra è destinato a durare a lungo.

Claudio Ranieri, come nasce questa passione per il rugby?

« Non è una vera passione, ma ogni tanto lo seguo, ho visto il Sei Nazioni, Inghilterra-Italia a Twickenham, uno stadio che è una cattedrale del rugby. Quando ho saputo che al Flaminio c’era una partita così importante ci so­no venuto volentieri. Ho visto una grande Italia, ha lottato ad armi pari e ha dimostrato di poter sopperire a quelle lacune inevitabili contro mostri sacri come gli inglesi».

E’ stata una domenica felice, dopo la vittoria contro il Palermo...

«Quando vinciamo sono sempre con­tento, ma è importante lottare sempre su ogni pallone, che ci sia sempre la prestazione e capire dove possiamo migliorare».

Infatti, nonostante il record di vitto­rie ha posto l’accento sugli aspetti su cui migliorare.

«Lo hanno visto tutti, contro Fioren­tina e Palermo ci hanno tirato troppe volte in porta. Dobbiamo lavorare di più su questi meccanismi. I ragazzi so­no convinti di averli memorizzati, ma ancora non è così. Li abbiamo un po’ smarriti e ora bisognerà tornare a in­sistere » .



La partita contro il Palermo è stata risolta da Brighi e Baptista, due gioca­tori che non vengono sempre utilizza­ti e che come altri sta rilanciando.

« Io voglio avere un gruppo di gio­catori senza distinzioni tra titolari e riserve. Avrò bisogno di tutti, anche di quello che gioca meno. Ma proprio questo, con i suoi comportamenti, ci farà vincere le partite che contano. Tutti fanno parte della Roma e tutti devono dare il massimo in allena­mento. Giocando ogni tre giorni ho bisogno di tutti » .



Un altro giocatore recuperato è Mot­ta. Stava per andare al Manchester, qualche giorno fa, oggi è titolare

«Vorrei che tutti si sentissero titola­ri. Lui, Cassetti, ho due elementi validi su quella fascia, dove all’occor­renza posso utilizzare anche Burdisso. Giovedì giocheremo ad Atene una partita delicata e domenica contro il ­nia ci sarà da soffrire contro una squadra che corre molto. L’importan­te è essere tutti concen­trati ».

Con il suo modo di ge­stire la squadra, di far sentire tutti importanti, ha guadagnato un gros­so credito nei confronti dei giocatori

« Sin dal primo giorno mi sono reso conto che ho a che fare con tutti bravi ragazzi. Ci seguo­no, c’è grande partecipa­zione, ho uno staff eccel­lente con il quale si è creato un ottimo feeling, che credo che sia il se­greto di questi risultati. Tutti lavorano con entu­siasmo. Dal , a Benetti, a Da­miano.


Per non parlare di Pellizzaro. Lui è con me da sempre. E con i por­tieri è sempre andata bene. Da Toldo, che arrivò giovanissimo alla Fiorenti­na, a Galli al . Da Zubizarreta in Spagna, a Cudicini che abbiamo lan­ciato al Chelsea. Buffon non fa testo, ma anche Manninger alla
quando è stato chiamato in causa è andato be­nissimo. Lo stesso sta facendo Julio Sergio. Pellizzaro è così coinvolto che quando segue la partita a bordo cam­po insegue i giocatori, a volte lo devo frenare... I ragazzi sono monitorati, sono seguiti, c’è un lavoro capillare alla base di que­sti risultati. Ma c’è stata anche quella voglia in più dei giocatori di voler ri­partire dopo aver toccato il fondo, dopo aver cono­sciuto l’inferno. In quei momenti la squadra ci ha creduto e si è ritrovata, si è ricreata l’autostima. Ai giocatori l’ho detto sin dal primo giorno: “non impor­ta il risultato, vi devo ve­dere lottare”. Loro sanno che devono darmi tutto. Perché poi è quello che vuole la gente».

Lei è uno dei pochi alle­natori che sta addosso ai giocatori anche durante il riscaldamento, prima del­la partita.

«Sono sempre stato così. A Cagliari facevo tutto da solo, anche se avevo il se­condo. Adesso i collabora­tori sono indispensabili, perché il lavoro è più arti­colato. Io voglio stare con i miei gioca­tori fino all’ultimo. Voglio dargli tutto, come loro devono dare tutto a me. Vo­glio stare a posto con la coscienza. In generale voglio vedere come si allena­no durante la settimana, come si impe­gnano, come superano i momenti di crisi che durante l’allenamento sono inevitabili. Chi molla in allenamento lo fa anche in campo e non lo accetto».

Giovedì torna l’Europa League, la Ro­ma giocherà ad Atene.

« Il Panathinaikos ha perso in cam­pionato. Non ci voleva, saranno anco­ra più determinati. E’ un’ottima squa­dra, con tanti giocatori internazionali. Gilberto Silva è in dubbio per un pro­blema alla caviglia. Lo conosco bene, ne abbiamo fatte di battaglie a Londra. Una grossa squadra, un ambiente cal­do. Non sarà facile. Dobbiamo andare lì per fare gol, è questo quello che con­ta. Non ho mai affrontato una squadra greca, è la mia prima volta. Il calcio greco è cresciuto molto negli ultimi anni, ci sono molti brasiliani. Hanno esonerato l’allenatore, per loro conta solo vincere. Ma noi ci arriviamo in un buon periodo di forma, ho una buona squadra e ce l’andiamo a giocare. Poi per chiudere la pratica confidiamo nel nostro pubblico per il ritorno».

Sabato ha risparmiato Perrotta in vi­sta della Coppa?

« L’ho fatto riposare, anche perché non si era allenato bene durante la set­timana per il torcicollo. Simone è uno che non si tira mai indietro, se posso farlo rifiatare è meglio per lui».

Anche va gestito.

«Certo, tutti, anche Francesco. Sta­mattina (ieri, ndr) l’ho visto allenarsi molto bene, è sereno, sta procedendo secondo il programma prestabilito. va gestito tra allenamenti e minu­ti giocati. Dobbiamo portarlo nelle condizioni di ripartire».

Ieri Toni è tornato a lavorare sul campo.

« Aspetto il responso 24 ore dopo il test, vedremo come reagirà. E’ il suo primo approccio sul campo dopo l’in­fortunio, è presto per dire quando i medici me lo ridaranno. Non voglio fis­sare una scadenza, l’importante che recuperi al cento per cento. I medici lo sanno, io preferisco aspettare un giorno in più per averlo a posto».

Che ne pensa dei risul­tati di ieri?

«Non ci sono state sor­prese. Reja ha comincia­to bene con la Lazio. E’ un allenatore navigato, sa il fatto suo, ha fatto benis­simo a , farà benis­simo anche alla Lazio. Si tratta di due piazze molto calde, non arriva impre­parato ».




E’ stato di parola, non ha visto -Inter?

« No, non mi interessa­va. Qualsiasi risultato sa­rebbe andato bene. Non ho fatto il tifo per nessu­no. Ogni tanto bisogna staccare la spina».

Ha messo insieme una serie di record. Davvero non ci pensa?

« Se non ci fossero i giornalisti non me li ri­corderei. Per esempio non sapevo di aver fatto 19 risultati utili di fila con la , Guar­do sempre al risultato, al presente. Le esperienze passate, negative o positi­ve, le analizzo e volto pagina».

E’ sempre così misurato. Ma in que­sti cinque mesi e mezzo si sarà emo­zionato...

«Sì, nel derby, non lo nascondo. Sono riservato, non mi piace entrare in cam­po, ma quella sera l’ho fatto. Per me i protagonisti restano i giocatori, ma era il mio primo derby e so cosa significa per i tifosi. La vittoria contro la è stata diversa, il derby è il derby e a Torino non cer­cavo rivincite».

Con il recupero comple­to di e Toni questa Roma può migliorare an­cora?

« Ora stiamo facendo benissimo, con il ritorno a pieno regime di due at­taccanti come loro cer­cheremo di mantenere questa linea di condotta. Sarebbe importante».

Tra tanti giocatori riva­lutati, c’è qualcuno che può dare di più?

«Sono convinto che Ju­lio Baptista e Menez han­no qualità che non hanno ancora espresso. Noi dob­biamo essere bravi ad aspettarli e loro a capire la Roma. Sono due gioca­tori importanti».

Mourinho in tempi non sospetti disse che teme­va la Roma. Era un bluff o aveva visto lungo?

«Non sono state dichia­razioni di ciricostanza le sue. Sapeva che la Roma ha un grosso potenziale e che prima o poi lo avrebbe messo in mostra».



Questa Roma che non molla mai ha riconquistato anche i tifosi

«L’ho detto ai ragazzi, dopo la parti­ta con il Palermo. Il nostro traguardo sarà raggiunto quando vedremo l’Olimpico tutto pieno. Siamo sulla buona strada. Il pubblico di Roma non ce l’ha nessuno, nelle difficoltà ha sempre fatto sentire il suo apporto. I tifosi hanno ripreso a starci vicini, dobbiamo trascinarli ancora di più e nel momento del bisogno ci daranno una mano».

Quei tifosi che adesso sognano...

« Il calcio è una fabbrica di sogni. Tutti vorrebbero vincere, sarebbe bel­lo trasformare i sogni in realtà. I tifo­si hanno tutto il diritto di sognare lo scudetto, ma io e i ragazzi non ci pen­siamo per niente. Ci attendono tante partite difficili, il Milan, l’Inter, la Samp, il . E altre squadre che lottano per non retrocedere che ci da­ranno filo da torcere. L’Inter è di una categoria superiore. Se non ci fosse sa­rebbe un ottimo campionato, con tutte le squadre che lottano per la Cham­pions League che potrebbero guarda­re più in alto».

Avverte che la gente a questa Roma ci crede?

«Ho molti amici, mi dicono: “la à frigge”. Mi fa piacere».




E sente di aver conquistato i tifosi?

«Sono consapevole di essere stato ac­colto con un po’ di scetticismo e non capisco perché, ma adesso credo che il mio lavoro sia apprezzato».

Ranieri, è solo all’inizio di un pro­getto?

«Certo e c’è ancora tanta strada da fare. La dottoressa Sensi è stata chia­ra con me, sappiamo di dover seguire le direttive di Platini. La Roma è stata intelligente nei momenti difficili, quando non poteva fare mercato per il caso Mexes. I dirigenti sono gli stessi, bisogna essere bravi a proseguire su quella strada».