La penna degli Altri 04/02/2010 09:08

Quei coriandoli di coppa

 

Ricordo che quella sera Burdisso, con un colpo di testa che finì sulla base del palo, per poco non completò la rimonta ai gol di Mexes e Perrotta. Ricordo le esultanze al fischio finale di Morganti. Ricordo ancora la gioia per l’ennesima vittoria, e quel gesto fanciullesco che solo adesso posso confessare. A fine gara, infatti, dopo le feste e le interviste di rito, a notte tarda (era circa mezzanotte) mentre nello stadio erano rimasti soltanto pochi colleghi e qualche tecnico della televisione, approfittai della situazione per recarmi furtivamente in campo e raccogliere una manciata di quei coriandoli bianco, rossi verdi e, appunto, argento (quel colore serviva a dare

maggior lucentezza al momento della consegna della coppa) che conservo ancora oggi a casa mia tra i tanti oggetti di valore inestimabile per chi, come me, ama e segue la Roma da tutta la vita.

 

In questi giorni mi sono finalmente accorto che il Mondo Giallorosso si è sensibilizzato sull’importanza della Stella d’Argento. L’anno scorso, non so perché, mi trovavo praticamente da solo a parlarne, al punto tale da scoprire, per caso, un Forum di tifosi laziali che simpaticamente mi prendevano in giro proprio su questo argomento, sostenendo che la Stella d’Argento (così come quella d’oro di cui si possono fregiare solo le squadre che hanno vinto 10 scudetti) non era altro che «un’invenzione della fantasia di Mandolesi, sempre

alla ricerca disperata di qualcosa che possa nobilitare una squadra che non ha mai vinto niente
». Sarà perché adesso lo hanno capito tutti, sarà perché un calendario all’apparenza benevolo ci fa sentire più vicini all’obiettivo,

ma adesso della Stella ne parlano veramente ovunque. Sarebbe giusto, aggiungo io, che dopo le tre squadre che nella storia del calcio italiano hanno vinto di più, fosse proprio la Roma ad esibire il segno perenne di un obiettivo centrato prima delle altre.

 

Tra noi e le stelle, però, c’è l’Udinese, e ci sarà (speriamo) anche una finale che, in programma all’Olimpico, potrebbe dare quella spinta in più ai giocatori. La società ci crede, il tecnico pure, e stasera Ranieri, pur nel rispetto di qualche piccolo turno di riposo concesso più che altro per dare spazio ad elementi considerati alla stessa stregua dei titolari (es. Doni e Mexes) manderà in campo la squadra migliore. Un segnale forte, recepito da tutto l’ambiente. Bisognerà far attenzione, però, all’Udinese che ci ha già battuti in questa stagione, anche se questo è accaduto nel corso di quei 10 giorni di follia durante i quali abbiamo veramente compromesso un possibilissimo inseguimento all’Inter. I friulani non sono così scarsi come la classifica indica, e vantano anche con Di Natale il capocannoniere del torneo, capace quindi di trovare il gol in qualsiasi situazione. Sarà importante stasera tenere la porta inviolata, proprio ricordando che in queste semifinali sarà in vigore il regolamento delle coppe che, a parità di risultato, premia la squadra che ha segnato più reti in trasferta. Dunque avanti adagio, senza mai scoprirsi.

 

Ma queste cose Ranieri le conosce benissimo. Un’ultima osservazione: le stime scaturite dalla prevendita fanno pensare a circa 20.000 presenze. Capisco il freddo, capisco la tv, capisco i tempi di crisi e l’offerta continua di calcio. Però credo che la Roma, e questa Roma in particolar modo, meriterebbe molto di più.