La penna degli Altri 26/02/2010 09:41

Olimpico gelato, la curva piange e canta l’amarezza

Stregata Scocca l’undicesimo minuto: la Roma finalmente scatta, uno stadio intero si alza sui pedali per staccare l’avversaria e liberarsi della prigionia di un sogno. Si rivelerà soltanto un’amara illusione, ma in quel minuto tutto l’Olimpico ha già completato la rimonta e vede il lieto fine della favola. Riecheggiano le parole di Ranieri: «Riporteremo a Roma un trofeo europeo dopo cinquant’anni». La gente gli aveva creduto, precipitandosi al botteghino, sicura che questa sarebbe stata una notte magica, da raccontare ai nipotini, «io c’ero». Il tempo, però, sa essere molto crudele: così, 50 anni finiscono inghiottiti in 7 minuti, tanti ne bastano per farsi colpire da Ninis e Cissè e pensare alla ritirata. La Roma è tramortita, qualcuno prova a reagire, come al solito è l’ultimo a cadere. Ma pure il suo gol è un’illusione, come tutta questa serata stregata. La curva piange il canto delle sconfitte («Che sarà, sarà...»), Toni e masticano amaro in tribuna, pure a loro è rimasta sul gozzo. Si sbrigassero a tornare.