La penna degli Altri 02/02/2010 09:27
Okaka: «Felice di aver chiuso così Ora voglio tornare da campione»

Qualche abbraccio, unocchiata al cellulare (più di cento sms ricevuti in unora) e poi via, di corsa in aeroporto insieme al procuratore, Domenico Scopelliti. «Mi è dispiaciuto un po lasciare Roma ha detto Stefano, intervenendo ai microfoni di Radio Radio e Teleradiostereo ma sono convinto che questa esperienza
inglese mi servirà. Sono felice di aver chiuso così, è stato bello lasciare un regalo del genere ai miei compagni». Già, i compagni, o per meglio dire gli amici, visto il rapporto di Okaka con gran parte dei giocatori giallorossi. Su tutti, quel De Rossi compagno di mille avventure e di quella corsa meravigliosa sotto la Sud: «Daniele è fantastico, è un mio grande amico e al gol è impazzito di gioia. Era più felice lui di me. Mi urlava Ma come hai fatto? ed è stato un momento splendido».
Che, magari, sarà solo un antipasto di quello che potrebbe succedere in futuro. Prima, però, non si può non dare uno sguardo al passato e a quegli allenatori che sono stati importanti nella sua carriera: «Alberto
De Rossi mi ha messo al centro del suo progetto e al primo tentativo abbiamo vinto il campionato
Primavera. Lo ringrazierò per tutta la vita. Anche con Rocca mi sono trovato bene, ho avuto qualche problema allinizio, ma poi abbiamo costruito un ottimo rapporto, sfiorando anche il Campionato Europeo Under 19. Spalletti mi ha insegnato tanto e Ranieri mi ha dato molta più fiducia e convinzione nei miei mezzi, mi ha sempre considerato molto e tutte le volte che entravo in campo ho sempre dato il massimo, per lui e per la squadra».
Tanti i giocatori a cui si è ispirato Okaka nei primi anni di carriera, «Ronaldo su tutti» e tanta voglia di tornare a Roma «da campione» per prendersi una maglia da titolare e non lasciarla più. Quando, non si sa: per ora ci sono cinque mesi da vivere alla grande a Londra, con mamma, papà, sorella e amici che faranno a gara per non farlo sentire troppo solo, e poi il destino tornerà a farsi sentire, con pagine ancora tutte da scrivere.
In fondo, lo diceva anche un messaggio che gli è arrivato domenica sera: «Ammazza che hai fatto. Good luck, ma torna presto. Taspettamo». Il mittente? Qualcuno che, dopo il gol, era più felice di lui