La penna degli Altri 12/02/2010 09:42

La Roma all’attacco

La Roma dovrà stringere i denti ancora per due, forse tre partite, dopo Ranieri avrà solo l’imbarazzo della scelta. E quindi arriverà anche il momento in cui vedere insieme in campo -Toni, roba che i tifosi stanno sognando da quando l’ex del Bayern Monaco è sbarcato a Trigoria.



Certo, nella Roma di oggi non ci sono solo e Toni, e lo diciamo ovviamente come un complimento.
Perché c’è anche un Vucinic che sembra stia definitivamente maturando, capace di giocare sia prima punta che attaccante esterno, ruolo in cui probabilmente può essere ancora più decisivo. Perché c’è uno Julio Baptista che sarebbe sufficiente tornasse quello della passata stagione per poter garantire una rotazione di primissima qualità nel reparto offensivo. Perché c’è un Jeremy Menez che, se solo facesse pace con se stesso, potrebbe trasformarsi in un jolly straordinario, giocatore in grado di spaccare le partite grazie a un talento che non può essere messo in discussione, peccato però che il talento non sia sufficiente a fare la differenza.



Ranieri ci sta lavorando con il francese e visti i successi ottenuti con gli altri, vuoi vedere che riesce pure con Menez? Allora altro che imbarazzo della scelta.

JULIO BAPTISTA

Un giocatore in crescita A Firenze è apparso rinato




E’il Baptista migliore della sta­gione. Oddio, non è che ci vo­lesse molto ma se non è stata un’il­lusione di una notte , la bestia è tornato in condizioni di po­ter lasciare il segno. Un giocatore in crescita, accelerata anche dalla bella notizia che Dunga non si è di­menticato di lui. Sapere, per Bapti­sta, che il Mondiale che ha tanto so­gnato è ormai a un passo può esse­re un fatto benefico anche per le sorti della Roma. Domani contro il Palermo sarà titolare al fianco di Vucinic. Probabilmente in quella posizione di esterno sinistro che ha detto di preferire. E Ranieri, che in questo senso sta facendo un lavoro eccellente, non solo lo ha ascoltato ma gli ha dato pure retta,
Baptista sulla fascia, Vucinic centravanti, la Roma vince a Firenze, la serie con­tinua, come i sogni dei tifosi.



Il tecnico romanista con il brasi­liano sta riuscendo nell’impresa già riuscita con Taddei, Perrotta, Cassetti, restituire alla Roma la be­stia vera, o perlomeno il giocatore visto nel suo primo anno italiano, 11 reti complessive, 9 in campiona­to, 2 in , alcune decisive come poche, il derby, Bor­deaux, Sampdoria. Sarebbe l’enne­simo successo, soprattutto in un momento come questo in cui e Toni devono fare da spettatori. E’ stata un’annata tormentata, sin qui, per il brasiliano, un solo gol, in Coppa Italia, tanti fischi, prestazio­ni che lasciavano perlomeno per­plessi, conseguenza di un inizio di stagione con un infortunio e pure qualche chiacchiera su un infortu­nio di difficile guarigione.

Ora il brasiliano sembra essersi messo tutto alle spalle, la crescita di condizione ha santificato la pri­ma tappa nel secondo tempo di Fi­renze, adesso c’è bisogno di un nuovo salto in avanti, titolare con­tro il Palermo, per continuare nel­la ricostruzione della credibilità con cui era sbarcato nella capitale. Perché, parliamoci chiaro, è possi­bile che il Leone di Siviglia sia ri­masto nascosto in Andalusia?

JEREMY MENEZ

Deve essere la sua stagione Perché lui può fare la differenza

Jeremy, se ci sei batti un colpo. Ora o mai più. Perché la Roma nelle prossime due settimane, da tre parti­te ogni sette giorni, dovrà continuare a fare i conti con l’assenza di Toni e gli interrogativi su . Perché un giocatore, grande, medio o piccolo che sia deve saper imparare dai suoi errori. Perché ci sarà la possibilità di giocare per e con la squadra. Perché le chance vanno prese al volo. Perché il talento c’è. Perché Ranieri è pronto a dargli un’altra occasione, sicuro che contro Palermo e Panathinaikos ci sa­rà spazio per un giocatore che in que­sta stagione ha fatto parlare più per quello che è accaduto fuori dal cam­po.

Dove, in campo intendiamo, è anda­to meno di quello che sperava, anche se le sue chance le ha già avute, un paio di lampi, poi le urla e le sostitu­zioni del tecnico, «perché Menez pare abbia voglia di sacrificarsi quando gioca titolare, non quando parte dal­la panchina» .

Bene, adesso, per il ta­lento francese è arrivato il momento di giustificare quel talento, dimostrare a Ranieri, alla società, ai tifosi che gli oltre 10 milioni spesi per il suo car­tellino rimangono un investimento lungimirante, fatto su un ragazzo che quest’anno compirà 23 anni e che il bello lo deve ( dovrebbe) ancora far vedere. Ranieri vuole contare anche sul francese per questo periodo in cui non ci si potrà mai riposare, in ballo sogni di campionato e un’Europa Lea­gue che tutti hanno detto chiaro e ton­do di voler provare a portare a Trigo­ria.

E’ ora che il mistero Menez sia sve­lato, in un senso o nell’altro. Può far­lo solo il campo. Il francese, ci dicono, si sta allenando bene, fisicamente è a posto, è pronto a giocarsi la sua chan­ce. Dipende da lui, da nessun’altro, come ha sempre sottolineato il tecni­co giallorosso che a causa del france­se in questi ultimi mesi ha litigato più che in tutti i precedenti anni di carrie­ra (Torino esclusa). Un Menez che fa­cesse Menez potrebbe essere l’uomo in più in questo parte conclusiva del­la stagione da vivere tutti insieme ap­passionatamente. Menez compreso.

LUCA TONI

Sta bruciando le tappe per potercela fare col Panathinaikos



«Sto bene» : così ha risposto, ieri mattina, Luca Toni ai tifosi che lo stavano aspettando fuori dai cancelli di Trigoria. E non può es­serci notizia migliore per questa Roma di un recupero del centra­vanti arrivati nel mercato di gen­naio, di quella che il recupero del numero 30 romanista, sia ormai ar­rivata alla fase finale. Toni sta la­vorando come un matto per rispet­tare o addirittura ridurre i termini del suo recupero, stimato in trenta­quaranta giorni subito dopo l’infor­tunio subito a Torino, nei primissi­mi minuti della sfida contro la Ju­ventus quando il giocatore si è bloccato sentendo una botta al pol­paccio. Quattro-cinque ore di lavo­ro al giorno tra fisioterapia e pale­stra con l’obiettivo di essere a di­sposizione di Ranieri per la gara di ritorno di Europa League contro il Panathinaikos, in programma allo stadio Olimpico il prossimo 25 feb­braio. L’ottimismo del giocatore è supportato dai fatti.

Lunedì prossi­mo è previsto il ritorno in campo del giocatore per cominciare una serie di allenamenti differenziati che, poi, alla fine della stessa setti­mana dovrebbero portarlo di nuovo in gruppo con la possibilità (diffici­le) che il suo nome venga inserito nella lista dei convocati per la par­tita di campionato contro il Catania dove, magari, fare una ventina di minuti tanto per riprendere confi­denza con il calcio vero.

Toni, tra l’altro, ha una voglia di tornare in campo che gli si legge negli occhi, aveva appena ripreso a divertirsi che poi si è dovuto di nuovo fermare per un infortunio che mai in precedenza gli era capi­tato. I tifosi giallorossi che con l’ar­rivo del giocatore non vedevano l’ora di applaudire in campo l’ac­coppiata Toni- , dovranno at­tendere ancora due, tre partite, poi finalmente i titolari azzurri del Mondiale vinto in Germania po­tranno tornare a divertirsi con la maglia della Roma. E con loro l’im­pressione è che si divertiranno pu­re i tifosi.



La generosità del capitano a lui non piace restare ai box

Fisioterapia, piscina, palestra, ta­pis- roulant, antinfiammatori: è questo il menu giornaliero che Fran­cesco ha cominciato ieri e che dovrà proseguire nei prossimi giorni per cercare, finalmente, di potersi mettere alle spalle quella tendinite nata nella partita contro il Parma (botta sopra il ginocchio subita da Pa­ci) con conseguente versamento che spinge sul tendine quadricipitale. Questa è la diagnosi ufficiale. Anche se ieri, come spesso capita in una tà come Roma, qualcuno ha sostenu­to che corra il rischio di dover tornare in sala operatoria, eventuali­tà che, riferita all’entourage del capi­tano giallorosso, è stata smentita,

«non ci risulta che ci sia la possibili­tà di un nuovo intervento» . Meglio co­sì, anche se la situazione fisica di Tot­ti in questo momento non può certo definirsi ideale, conseguenza anche di settimane in cui il giocatore di al­lenamenti veri e propri ne ha potuti sostenere davvero pochini.



Non bisogna essere laureati a pieni voti in medicina per sapere che quando si ha a che fare con infiammazio­ni la cura migliore non possa essere altro che il riposo. altrimenti il ri­schio è quello di non risolvere mai il problema. E’ quello che si tenterà di fare con e questo fa pensare che il capitano romanista potrebbe esse­re assente anche giovedì prossimo nella prima sfida contro i greci del Panathinaikos. E’ questa la strada più sicura da fare ma c’è anche la realtà di un giocatore al quale è sempre pia­ciuto poco rimanere e guardare, figu­rarsi in una fase decisiva della sta­gione come questa. Cioè il rischio è la possibile, troppa generosità del gio­catore che pure nel recente passato si è messo a disposizione della squadra anche quando non era certamente neppure al cinquanta per cento, come per esempio domenica scorsa a Fi­renze. La garanzia, in questo senso, può essere rappresentata da Claudio Ranieri. Che in questa sua avventura romana sta dimostrando la personali­tà del grande allenatore.
Perché te­nere fuori è facile a dirsi, un al­tro conto a farsi.

MIRKO VUCINIC

Vuole continuare a stupire contro Delio Rossi che lo ha allenato



L’uomo del Montenegro vuole continuare a stupire. Dopo Fi­renze, con quel che ha rega­lato un sogno, Mirko Vucinic rap­presenta in questo momento la cer­tezza più certezza nel reparto of­fensivo giallorosso, pur dovendo fa­re i conti, a settimane alterne, con qualche acciacco.
Non c’è un altro Vucinic nella rosa romanista. Può fare l’esterno d’attacco, ruolo nel quale ormai si è convinto pure lui di poter fare la differenza, ma può es­sere anche il punto di riferimento offensivo, centravanti classico.

Nel suo bilancio stagionale manca probabilmente qualche gol, con quello di Firenze è arrivato a 8 tut­to compreso (lo scorso anno ne ha segnati in tutto 17) ma è un bilancio che non tiene conto di tutto il resto che garantisce questo giocatore che se avesse il veleno agonistico di un Tevez sarebbe da corsa per il Pallo­ne d’oro. Basti ricordare, giusto per fare un esempio, la partita all’Olim­pico entrambi i gol nascono da due as­sist del montenegrino, giocatori che ha piedi da campione, oltre a un senso tattico che troppo spesso vie­ne sottovalutato, potendo garantire un lavoro anche in fase difensiva che garantiscono pochi attaccanti.



Sarà lui, domani, contro il Paler­mo che farà il o il Toni della situazione, l’uomo che dovrà far saltare i meccanismi difensivi di quel Delio Rossi che lo conosce for­se meglio di chiunque altro aven­dolo avuto a Lecce alle sue dipen­denze (e il tecnico ora al Palermo ogni volta che ne ha l’occasione non si fa sfuggire l’occasione per riba­dire che Vucinic è il giocatore di maggior talento che abbia mai alle­nato). In settimana si è dovuto fer­mare per un leggero affaticamento ma le notizie che arrivano da Trigo­ria lo segnalano pienamente recu­perato, pronto a continuare nella striscia gol cominciata con l’Udine­se in coppa Italia e proseguita a Fi­renze. E se è vero che non c’è due senza tre...