La penna degli Altri 06/02/2010 12:32

"Il nostro futuro è solo a Roma"

FUTURO - Il suo futuro l’argentino lo vede colorato di giallorosso, anche perché questa Roma la considera assai vicina ai valori dell’Inter: « Sono il primo a sapere che il mio futuro non dipende soltanto dalle mie scelte. Lo ripeto ancora, io spero di rimanere alla Roma, il mio desiderio è quello di restare in un gruppo eccezionale come quello che ho trovato a Trigoria. In più Roma è una à fantastica e si adatta molto di più a come siamo fatti noi argentini. Qui sono felice, c’è un gruppo importante, siamo tutti molto uniti, io sto anche giocando assai di più di quello che facevo nell’Inter nonostante nel mio ruolo ci siano due grandi giocatori come Juan e Mexes, è un piacere giocare con entrambi. Ranieri è un allenatore che ci ha sorpresi, è sempre presente, ha una grande concretezza e anche il gioco con il tempo sta diventando abbastanza spettacolare. Ma la cosa più importante che ci ha dato rimane la concretezza. Ho legato con tutti i miei compagni, , e Perrotta mi ricordano sempre quel finale di campionato di due anni fa, mi dicono che quello scudetto lo doveva vincere la Roma. Non ci sono altri argentini, come a Milano, ma io ho un grande rapporto con tutti, in particolare con Pizarro, prima o dopo organizzerò un asado a casa mia».

LA FAMIGLIA - Nel corso dell’intervista, Burdisso ha anche parlato del difficile momento che ha passato qualche anno fa, quando alla figlia diagnosticarono la leucemia, cosa che lo portò a chiedere di lasciare l’Inter e tornare a casa: « Aveva due anni. Ne parlo volentieri, c’è sempre qualcuno che ascolta e ha bisogno di sentire certe cose perché sta vivendo la stessa cosa. Noi abbiamo saputo della leucemia di mia figlia nel 2005, ero appena arrivato in Italia. Chiesi al presidente Moratti di stare insieme a mia figlia. Volevo tornare in Argentina, il presidente dell’Inter mi ha dato tempo e disponibilità. Sono stato otto mesi in ospedale con mia figlia. Abbiamo lottato e pregato. Lo scorso anno ci hanno dato la guarigione completa. Potete immaginare la nostra felicità ». E’ anche la nostra, bandito.

IL BRASILIANO. Se c’è un giocatore che può essere eletto a simbolo di questa Roma che vince sempre, questo è Rodrigo Taddei. Fino a un paio di mesi fa, si sprecavano le critiche nei confronti di questo brasiliano che stava facendo una fatica incredibile ai livelli, ottimi, a cui aveva abituato nelle sue prime due stagioni romaniste. Ora è un intoccabile della Roma di Ranieri, padrone della fascia destra che copre dal primo all’ultimo metro, con una dedizione di fronte alla quale bisogna solo togliersi il cappello.

RINNOVO - Ieri Taddei si è presentato davanti ai microfoni di Sky per parlare del suo presente, ma pure del futuro. Perché, se qualcuno se lo fosse dimenticato, il brasiliano è in scadenza di contratto il prossimo trenta giugno, nella condizione cioè, dal primo febbraio scorso, di trattare il suo nuovo contratto con qualsiasi società del mondo. Cosa che non ha fatto e non ha neppure intenzione di fare. La prossima settimana è previsto un colloquio tra il suo procuratore, Alessandro Lucci, e il ds romanista Daniele Pradè, l’obiettivo è quello di trovare un nuovo punto d’incontro per continuare a stare insieme, come ieri il giocatore ha ribadito ancora una volta: «Tutti sanno che il mio sogno è quello di rimanere alla Roma. Il mio procuratore sta parlando con la società, sarei felicissimo di rimanere, anche se nella vita non si sa mai. Io lavoro sempre al massimo per meritare la fiducia».

L’IPOTESI - L’impressione è che non sarà un’impresa impossibile arrivare al nuovo sì, un quadriennale da un milione e sette, milione e otto fissi a stagione, dovrebbe mettere d’accordo tutti. Il contratto è un sogno di Taddei, l’altro è colorato d’azzurro. Perché nell’intervista rilasciata ieri il brasiliano non ha nascosto di pensare a un’avventura in Sudafrica con Lippi al quale, se uno pensa ai non tanti esterni che ha a disposizione il ct, potrebbe far comodo un Taddei in que¬ste condizioni: « Sto lavorando per andare in Nazionale. Per riuscirci devo fare bene con la Roma e ora sono concentrato soltanto sulle nostre partite, Se dovesse succedere, è chiaro che sarei felicissimo. Con Lippi non ho mai parlato, non c’è mai stata l’occasione giusta».

In attesa della nazionale, Taddei si consola con questa Roma che vince sempre: « Dopo un inizio difficile, il gruppo è cresciuto tantissimo. A dimostrazione che il lavoro paga. Io non lo so se la Roma è l’anti-Inter, so però che siamo un’ottima squadra. Stiamo giocando un bel calcio, ma dobbiamo continuare a pensare a una partita per volta, come abbiamo finora. Con Ranieri ci troviamo bene. E’ un allenatore esperto, ha lavorato con grandi squadre, ci fa sentire tutti importanti. E quando qualcuno entra dà il massimo per ottenere i risultati a cui dob¬biamo puntare».