La penna degli Altri 11/02/2010 09:05

I miracoli laici del Sor Claudio

Alzi la mano chi ad agosto avrebbe puntato un euro su Rodrigo Taddei. Scagli la prima pietra chi non aveva giudicato finito Simone Perrotta. I due sono i casi più emblematici del successo dell’opera di Ranieri: pedine fondamentali del quadriennio di Spalletti, da parecchio tempo ormai erano diventati stanchi souvenir vecchie glorie di un’epoca purtroppo finita. Lo stesso tecnico toscano non ci credeva più e vedeva, giustamente dal suo punto di vista, con rabbia l’impossibilità di sostituirli. Ora Simone ha ricominciato a correre, inserirsi e lottare con quella tecnica, certo non sopraffina, ma utilissima alla causa. Taddei non farà più l’Aurelio, ma a parte qualche eccezione (lo spazio lasciato a Vargas e Pasqual nel primo tempo di Firenze) copre, spinge ed entra in area come non si vedeva da anni. Tanto che il suo rinnovo è attualmente una delle priorità della società.

Altra nota di elogio la merita il vero eroe del Franchi: Julio Sergio, il miglior terzo al mondo, trasformato in miglior primo. Quando Spalletti lo schierò nell’andata contro la era stata considerata una provocazione alla proprietà, “tu mi compri , infortunato? E io ti metto in campo questo qui”. Vera o no la ricostruzione, oggi quei ragionamenti scoloriscono davanti alla sicurezza dimostrata dal brasiliano. Ranieri non ha completato l’ opera, ma è a buon punto, alcuni desaparecidos dell’autunno- inverno stanno riemergendo: i più attesi, per potenziale e per peso economico, sono Julio Baptista e Jeremy Menez. Il primo si è mostrato redivivo a Firenze: un paio di buone azioni in campo nemico, una grinta insospettabile, una buona gestione della palla sull’uno a zero e persino qualche stop azzeccato. Timidi segnali si erano visti nel breve tratto di match giocato con il Chievo, (un passo indietro era stato invece la prova contro il Siena). Sfumato il passaggio all’Inter crediamo che il brasiliano farà vedere qualcosa di meglio di quanto fatto finora, non ci vuole poi molto. Se la definizione di “vice Kaka” era stata accolta da tutti con sarcasmo (sì, e Cerci è il vice ...) ora il ruolo pare meno paradossale. Sul francese è dura essere ottimisti. In campo per pochi minuti domenica, è stato a lungo incoraggiato da Mexes e , “credici” sembravano suggerirgli, terrorizzati dal ricordo del finale di Cagliari.

Con Geremia il compito di Ranieri è arduo, il materiale è delicato e magari il tecnico ha avuto la tentazione di abbandonarlo al proprio destino di capricciosa meteora, ma visto che è rimasto si deve insistere. Marco Motta è un altro caso interessante: arrivato un anno fa e riscattato in estate, era sembrato un acquisto utile e dilettevole. Poi nel tempo il ragazzo si era perso, inefficace come fluidificante e perfino dannoso come difensore. Ma dopo tantissime esclusioni il tecnico ha deciso di puntare su di lui, ha bloccato un trasferimento praticamente già fatto e lo ha scelto per una sfida delicata, come quella con la . All’appello mancano Stefano Guberti (l’unico risultato del mercato estivo) dirottato provvisoriamente alla Sampdoria e Max Tonetto, quasi sempre assente quest’anno, flagellato dagli infortuni. Il recupero del T-Max sarebbe utile per dare qualche turno di riposo a Riise e per cominciare a costruire la statua di Claudio redentore.