La penna degli Altri 21/02/2010 11:41
Doni, è un altro esame: «Sono pronto»
LATTESA - Doni ha gradito molto queste manifestazioni daffetto e stima, consapevole peraltro che per lui oggi allOlimpico di sicuro non saranno rose e fiori. Chi lo conosce, assicura che nonostante il momentaccio sia sereno e tranquillo, pronto a giocarsi la sua sfida in campo. Peraltro il brasiliano ha avuto il suo battesimo nel nostro campionato in un derby notturno, era la prima Roma spallettiana, una squadra in difficoltà nella parte iniziale di quella stagione, il tecnico promosse Doni al posto di Curci, finì con il risultato iniziale, Doni promosso in quello che di fatto il vero battesimo della Roma spallettiana che poi ha vinto e convinto per tre stagioni.
Ieri mattina il brasiliano si è allenato regolarmente e a chiunque gli chiedeva come stesse, ha risposto con un «sono pronto a giocare » . Il pomeriggio libero lo ha trascorso in famiglia, moglie e due figli, poi in serata si è presentato a Trigoria per linizio del ritiro ( negli anni spallettiani quando era una libera scelta dormire a casa o in ritiro, era famoso per arrivare un paio dore dopo cena, «ho fatto addormentare i bambini » spiegava a tecnici e compagni). Quattro chiacchiere con Ranieri, la conferma che non ci sarà paura nellaffrontare un Olimpico che sa che non gli starà al fianco.
RISCATTO - Perché è vero che tecnico, società e compagni gli hanno ribadito la totale fiducia, ma è altrettanto vero che la tifoseria giallorossa, come ne ha diritto, in questi giorni si è dimostrata assai meno comprensiva nei confronti del brasiliano. Non tanto o comunque non solo per la inevitabile bocciatura successiva alla brutta prestazione di Atene, ma anche per alcuni atteggiamenti del giocatore che non sono piaciuti, come per esempio quello di non stringere la mano a Julio Sergio in occasione del cambio avvenuto ad Atene a sei minuti dalla conclusione del primo tempo nei primi novanta minuti contro il Panathinaikos. Toccherà al brasiliano provare a convincere del contrario, soprattutto quellattaccamento alla maglia che, pure, nella scorsa stagione aveva dimostrato andando in campo per tre quarti di stagione con un buco in una cartilagine del ginocchio. La tifoseria romanista, in passato, con diversi giocatori è stata capace di passare dai fischi e le pernacchie agli applausi e ai cori. Tocca a Doni ora tentare di riuscirci. Non sarà facile, ma non provarci sarebbe colpevole.