La penna degli Altri 09/02/2010 10:03
Con questi gol Delvecchio può attendere
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del Franchi, quello che ha reso inarrivabile una giornata
già perfetta dopo il gol di Maxi Lopez. Magari tra qualche tempo si ritaglierà un ruolo alla Delvecchio sacrificandosi a fare su e giù sulla fascia come fece Supermarco lanno dello scudetto. Potrebbe farlo per permettere alla Roma di giocare con Totti e Toni davanti e al tempo stesso di non perdere i suoi strappi, la sua fantasia. Lo scopriremo fra qualche tempo, intanto ci godiamo i suoi gol da punta: belli come quello contro lUdinese, importanti come
quello da pochi passi con la Fiorentina. E se lo gode
anche Claudio Ranieri, che al montenegrino non rinuncia
praticamente mai. Da quando il tecnico è arrivato nella Capitale, lo ha lasciato fuori in campionato solo due domeniche fa contro il Siena.
Per il resto Mirko cè stato sempre, dando il suo contributo in termini di assist e di gol. Pochini a dire il vero, solo quattro. Non è mai stato un bomber Vucinic (fa eccezione la stagione al Lecce con Zeman, ma con il boemo certi conti non valgono), forse non lo sarà mai. Come segnalato ieri da LAROMA24.IT, da quando è alla Roma Mirko ha trovato la via della porta in 40 occasioni a fronte di 146 presenze tra campionato e coppe. Una media bassina di 0,27 a match, niente in confronto a quello che faceva il precedente numero nove giallorosso, Vincenzo Montella. Ma è solo apparenza, perché scavando meglio nei numeri si scopre che le sue reti hanno un peso specifico enorme. Basti pensare a quella del 2-1 contro il Manchester nella prima sfida contro i red devils allOlimpico, o a quella della vittoria, sempre per 2-1, al Santiago Bernabeu. E poi ci sono la doppietta al Chelsea e il gol fondamentale contro lo Sporting Lisbona, e ancora i centri a San Siro col Milan e nel derby. Andandoli a sommare tutti, senza i suoi 40 gol la Roma avrebbe fatto 41 punti in meno. Niente male. Mirko la partita che conta la sente e riesce a tramutare lattesa in tensione positiva, quella che forse gli manca qualche volta quando il match vale meno. O forse è solo una questione di luce. Sì, perché sembra lui il vero erede di Zibì Boniek che, quando era alla Juve, venne soprannominato Bello di notte.
Quando si accendono i riflettori, si accende anche Vucinic. La metà delle reti totali, 20, le ha segnate quando il sole era già calato. Un dato significativo che diventa ancora più appariscente se si guarda la media realizzativa nelle sole coppe europee, pari a 0.38, frutto di 10 gol in 26 partite. Aspetteremo il 18 e il Panathinaikos per vedere se confermerà questa tendenza. Ma prima arriverà il Palermo. Sabato si giocherà alle 18, sarà pomeriggio ma sarà anche buio. Si accenderanno i riflettori, è roba per Vucinic.