La penna degli Altri 07/02/2010 08:47
Aveva diciassette anni Claudio Ranieri quando Celentano cantava Azzurro.

Detto questo quello che conta erano e restano i numeri sui quali però il tecnico giallorosso fa spallucce. «Se non ci foste voi a ricordarmelo neanche ci farei caso - dice nella conferenza stampa della vigilia - e non mi interessano numeri e record. A me interessa solo la partita di domani (oggi, ndr) e pensare di fare bene». E per farlo dovrà comunque sfatare un tabù che resiste ormai da un lustro: la Roma non vince a Firenze dal gennaio del 2005 (Cassano-Montella) e nella precedente gestione, quella Spalletti, ha sempre sbattuto la faccia al Franchi: tre pari beffa e una sconfitta. Il diktat di Ranieri è chiaro, vuole una Roma compatta e attenta a non fare errori. «Commettiamo ancora delle ingenuità, abbiamo dei difetti. Il calcio è così magari migliori nei particolari e poi prendi gol per un episodio sfortunato. Noi dobbiamo sempre fare la prestazione però, sempre scendere in campo con la massima attenzione. Pronti poi ad accettare il risultato del campo, ma sicuri di aver sempre dato tutto».
Sa benissimo Ranieri che dall'altra parte del campo ci sarà una Fiorentina con un maledetto bisogno di punti. «È una squadra concreta e solida. Credo che la vicenda Mutu inevitabilmente abbia cambiato qualcosa nell'assetto tattico, ma c'è comunque Jovetic che è uno dei giovani più forti del campionato e che comunque forma un'ottima coppia con Gilardino». E proprio sull'attacco del futuro chiude Ranieri che, tra le righe, lodando le qualità tattiche di Vucinic lo dice chiaramente cosa ha in testa per la sua Roma. «Mirko deve imparare a fare il lavoro che faceva un tempo Delvecchio»... se non è una prova tecnica di tridente questa!? Aspettando il ritorno di Toni, il grande assente di questa sera a Firenze.