La penna degli Altri 19/02/2010 09:22

«A Roma gliene facciamo almeno due»

Fuori, panini, spiedini e patatine quasi per tutti.

La partita inizia alle 22 ora locale e tempo per mangiare non ce n’è. I tifosi restano colpiti dalla bellezza dell’impianto: lo stadio, sì, ma anche tutto quello che c’è intorno e porta la firma di Santiago Calatrava. Atene nuova, però perde il confronto con le bellezze antiche che dominano la à. Se ne parla, anche perché in pochi sentono la partita come altre volte. Poca ansia, modello Madrid, Londra o Manchester, tanto per citare gli esempi più recenti. Si pensa a chi giocherà «speramo che si risveglia Baptista e, soprattutto, che non si faccia male nessuno: domenica c’è il Catania, non facciamo scherzi », si guardano i giornali locali, con gli oltre 10 quotidiani sportivi in primis, che riportano foto di Cissè in prima pagina, e poi, verso le 21, si entra allo stadio. E si inizia a tifare. Anche se spesso la macchinetta fotografica viene tirata fuori.

«’Sto stadio pare un monumento – commenta qualcuno – se non avesse avuto la pista sarebbe stato il più bello d’Europa». La partita inizia, la Roma sembra soffrire un po’ il buon inizio dei greci, ma poi Vucinic sfodera il gol capolavoro. Sembra l’inizio di una grande serata, lo sarà solo a metà. Ma l’ottimismo resta: «A casa nostra - chiosa Gianfranco – gliene facciamo due e ci leviamo il pensiero». Si va via così, fiduciosi e con la consapevolezza che all’Olimpico sarà un’altra storia. E con la società dei magnaccioni che risuona alle pendici del Partenone.