La penna degli Altri 03/01/2010 12:34

Toni: "Ho voglia di Roma e di fare tanti gol"

Stretto in una giacca sociale non anco­ra con le sue misure, Luca Toni ha mo­strato subito idee chiare: «Sono strafeli­ce di essere qui, la Roma è la squadra che ho sempre voluto e da quando ho avuto pro­blemi con il Bayern, ho alimentato il desiderio di venire qui. Ora mi metterò a disposizione dell’allenatore per rag­giungere traguardi pre­stigiosi. Appena si è aperta la possibilità di vestire la maglia giallorossa, non ho avuto dubbi».

Lo stato d’animo è quello giusto, non dà l’impressione di essere uno che ha staccato la spina: «Ho grandi motivazio­ni. Non so perché, ma appena ho sapu­to che la Roma mi voleva ho spinto per questa soluzione. Sono molto carico, ho sei mesi per dimostrare di meritare la maglia giallorossa. So che non sarà fa­cile, vediamo che succede. Cercherò di fare bene e di fare gol, è questo quello che mi si chiede».

La posizione in campo. Non c’è tanto da scegliere: «Cercherò di meritarmi il posto, sono un attaccante d’area, più gioco vicino alla porta e meglio è. Ci so­no tanti attaccanti bravi, abbiamo un allenatore che decide, un grande, lo di­cono i risultati, una persona con la qua­le poter parlare. Ho scelto la maglia nu­mero 30 perché la 9 era occupata (da Vucinic, n.d. r.), il 30 mi ha portato tan­ta fortuna nella mia car­riera ».

Dal grande amore al divorzio. L’avventura con il Bayern è chiusa definitivamente: «Ho tuttora un bellissimo rapporto con la dirigen­za, è stato molto merito loro se sono qui, mi han­no assecondato. Ho avuto un problema con l’allenatore, ma non ne voglio più parlare. Per quanto riguarda il futuro, prima voglio dimostrare che sono un giocatore da Roma e dare soddisfazione ai compagni e ai tifosi. Poi si vedrà».

La condizione fisica, ieri subito in campo, un’ora per dimostrare che i mo­vimenti sono quelli giusti: «L’ultima par­tita l’ho giocata a novembre, poi ho avu­to problemi con Van Gaal e sono finito fuori rosa. In questo periodo mi sono al­lenato molto bene, fisicamente mi sen­to a posto, ma un conto è l’allenamen­to, un altro è la partita. Parlerò con l’al­lenatore, poi vedremo».

L’Inter lo aveva cercato, ora è l’avver­saria più forte: «Mi fa piacere che ci sia­no giocatori dell’Inter che con il mio passaggio alla Roma temano di più la squadra giallorossa. Però le risposte le darà il campo. Nell’ultimo mese tante squadre mi volevano, ma il mio procu­ratore lo sa, il mio desiderio era venire alla Roma e ho fatto di tutto affinché si avverasse questo desiderio. Ci ho lavo­rato, la situazione era complicata e per questo ringrazio il Bayern che mi ha as­secondato ».

I nazionali con i quali ha alzato la Cop­pa del mondo hanno spinto per suo ar­rivo:

«L’amicizia con loro conta tanto. Intorno a me ho sentito tanto affetto, da parte del presidente, del direttore e dei giocatori. Da un mese mi sento con Tot­ti, e Perrotta, mi hanno detto tutti che avrei trovato un ambiente fan­tastico, con loro ho vissuto momenti in­dimenticabili in Nazio­nale ed è per questo che ho mantenuto un rap­porto particolare. E’ ser­vito molto sentire l’affet­to dei giocatori e della società».

, poi, è stato il suo principale sponsor:

«Francesco l’ho visto stamattina (ieri, n.d.r.). Era sul lettino

(ride), gli ho detto: “Che hai fatto?”. Lui mi ha risposto scherzando: “Adesso lo vedi, sei venuto tu a prendere le botte anche per me...”.».

Insieme con potrebbe ritrovare la Nazionale: «Io penso a fare bene nel­la Roma, la maglia azzurra viene dopo, solo attraverso la Roma. Quello che conta è fare gol qui e cercare di far vin­cere le partite e aiutare i miei compa­gni. Alla Nazionale ci penso e non ci penso, deve essere una conseguenza» .

Perché la Roma? La squadra giallo­rossa non ha perso il suo appeal: «Volevo la Ro­ma perché mi piaceva l’idea di giocare con Francesco e con gli altri campioni, mi piace la piazza e gli stimoli che dà. E’ una questione di sensazioni. Ne avevo bi­sogno » .

Toni è paragonato spesso a Batistuta, con il suo arrivo la Roma conquistò lo scudetto: «Bati è stato un grande attac­cante, lui è stato alla prima di me, ha segnato tanto, ma io a Firen­ze ho battuto il suo record di gol e gli so­no passato davanti. Lui qui ha vinto lo scudetto e ha segnato tanto, io invece devo ancora cominciare a giocare e a fare il primo gol, vediamo che succede. Fuori dal campo sono un ragazzo nor­malissimo, con una splendida fidanza­ta e cerco di vivere bene questa fortuna, di fare il lavoro di cui sono innamorato».

Subito dopo il primo test al Flaminio ha raccontato le sue emozioni. Uscendo dal campo non ha voluto regalare la sua maglia a un ragazzo: «Questa è la prima maglia della Roma e la tengo per me. Ne avrò tante da regalare» .

E’ stanco e soddisfatto: «Sono un at­taccante e mi piace segnare, anche se questa volta sono stato meno egoista perché devo prendere il ritmo partita. I miei compagni sono fantastici, li cono­scevo quasi tutti, ma anche quelli che conoscevo meno mi hanno fatto sentire subito a casa. Non so se sarò in campo a Cagliari, ma cercherò di dare il mas­simo. e mi aiuteranno nell’inserimento. Sono stato accolto da un pubblico fantastico e mi sembra di essere qui da tanto tempo».