La penna degli Altri 29/01/2010 10:48

Sogno, non sogno, chissà...



Io, però, ho l’asso nella manica: ricorrerò ai sogni da tifoso dell’Alberto-bambino, quello che, ai tempi della Rometta, ogni estate era profondamente convinto che avremmo vinto il campionato perché anche quando acquistavamo da Catanzaro a 28 anni compiuti un certo Giannantonio Sperotto da Breganze (una carriera spesa tra Lucchese, Siracusa, Avellino e ) io lo consideravo alla stessa stregua di Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè. Con questo spirito mi siedo davanti alla tastiera, entro a piedi pari nel mondo dell’onirismo, e comincio a farmi due calcoli in base alla classifica. Dunque vediamo… Inter 49 Roma 38… Mettendo per un attimo da parte il Milan, troppo frustrato nei confronti dei cugini nerazzurri  e troppo impegnato


(ma fino a quando, visto che dovrà affrontare il Manchester?) in ,
tra noi e la squadra di Mourinho ci separano 11 punti, esattamente gli stessi che due stagioni fa, con la Roma campione d’Italia a mezzora dalla fine, separavano le stesse squadre. Quell’anno, per di più, dopo la 21ma giornata (Siena-Roma 3-0) il distacco era di 8 punti, e raggiunse il culmine alla 23ma quando la Roma venne sconfitta dalla

a Torino (1-0, Del Piero) e l’Inter piegò il Livorno con una doppietta di Suazo.




Mi chiedo, quindi: ma se già allora riuscimmo in una analoga entusiasmante rimonta perché non doverci credere con due partite in più a disposizione? Moratti non ha forse lamentato che ci sono segnali strani contro la sua squadra? Magari fossero veri! Magari fossero finiti i tempi degli ossequi e dei regalini che proprio nel 2007-08 furono decisivi per l’assegnazione del tricolore! E poi nell’Inter non c’è più nemmeno Ibrahimovic, l’uomo che decise la contesa, e che in tutti negli anni 2000 (fatta eccezione nel 2003) ha sempre vinto il campionato, con la maglia dell’Ajax, della o con quella dell’Inter.

Mille indizi non costituiscono una prova, è vero, ma possono autorizzare una speranza, questo si. Allora cosa costa sognare, e cosa costa provarci davvero?  Magari con l’animo leggero, senza fare nessun calcolo, scendendo in campo partita per partita col pensiero rivolto all’avversaria di turno e non alla classifica. Mancano tre mesi e mezzo alla fine della stagione, e gli impegni crescono ogni giorno di importanza e intensità. Ranieri ha definito questo periodo come “Il curvone che immette al rettilineo finale”. L’impresa è titanica ma invitante. Serviranno tutte le componenti: dalla buona sorte, alla protezione dagli infortuni. Servirà una rosa ampia e non decimata da prestiti e cessioni. Bisognerà credere fermamente nei propri mezzi e nelle proprie possibilità. Alla fine tireremo le somme. Sappiamo bene quanto sia difficile, come tutto sia ai limiti dell’impossibile, ma è sempre troppo bello sognare, anche a costo di pagare tutto con bruschi risvegli. Sapete che vi dico? Non succede, ma se succede...