La penna degli Altri 07/01/2010 08:37

Roma, febbre al novantesimo

IL MESSAGGERO - La Roma rallenta sul più bello e al fotofinish, regalando nel recupero di una partita già vinta due gol e il pari al Cagliari. In due punti lasciati in Sardegna pesano e anche tanto sulla classifica: il sorpassa e i giallorossi adesso sono quinti, con il Bari e la subito sotto e con un match da recuperare. Così finisce malissimo per il gruppo di Ranieri la prima gara dell’anno, anche se non si interrompe la serie positiva di undici risultati utili, compresi i tre in Europa League. La prima delle due reti subite nel pantano del Sant’Elia è viziata da un fallo di Conti su Cassetti, Rocchi e il suo assistente Papi si addormentano proprio quando non dovrebbero, ma la svista evidente non può giustificare la disattenzione finale. In più non convincono in pieno le sostituzioni del tecnico, sullo 0 a 2, in particolare rinuncia a Pizarro, sino a quel momento punto di riferimento, regista e interditore in un uomo solo, davanti alla difesa.

Più logiche, invece, le scelte di partenza. Ranieri, inviando l’ennesimo segnale ai suoi giocatori, lascia inizialmente Toni in panchina e schiera Baptista, titolare per la prima volta in questa stagione (l’ultima volta il 3 maggio dell’anno scorso, gara all’Olimpico con il Chievo). Fiducia, dunque, al brasiliano che Mourinho vorrebbe subito all’Inter e che il tecnico giallorosso ritiene ancora utile per la Roma. L’assetto per una ventina di minuti è il con Vucinic centravanti, ma si rende presto necessaria la modifica in corsa con il ritorno al rombo. Cossu, trequartista di Allegri, dà fastidio e Pizarro si abbassa davanti a Burdisso e Juan ad aspettarlo. Baptista affianca in avanti Vucinic, Taddei e sono le mezzali, Perrotta è il vertice alto del rombo e si nota subito per il lavoro su Conti, playmaker del Cagliari. Squadre, quindi, allo specchio.

Il cambiamento tattico non porta, però, giovamento alla Roma. La differenza la fanno le due punte del Cagliari, Matri e Nenè, più brave di Vucinic e Baptista a far salire i compagni. I giallorossi perdono le certezze con cui avevano cominciato la gara e subiscono il Cagliari, bravo nei cambi di campo e quando sfrutta i calci d’angolo. Julio Sergio protagonista: con i pugni respinge il colpo di testa di Lopez su corner di Cossu. Lazzari, invece, conclude fuori dopo torre di Matri. Chance giallorosse, ripartendo, con Perrotta, diagonale a lato, e slalom di Baptista, sinistro alto. Ancora Julio Sergio: vola sulla botta dalla distanza di Lazzari e devia in angolo, poi respinge con i pugni sul sinistro da fuori di Cossu. La Roma conclude la prima parte senza mai centrare lo specchio: Taddei acchitta il tiro dal limite a Baptista che di sinistro spara nuovamente alto.

La partita, nella ripresa, comincia in ritardo di quattro minuti: un petardo stordisce Pizarro al rientro in campo. La Roma, dopo sette minuti, passa in vantaggio su rigore trasformato sotto il diluvio proprio dal cileno che spiazza Marchetti. Su verticalizzazione di Taddei, Agostini atterra Vucinic in area: fallo chiaro e Rocchi attento. Senza fare niente di che e non lasciando più occasioni agli avversari, in campo c’è ora Larrivey per Nenè, i giallorossi si chiudono bene e ripartono meglio. Perrotta inizia e chiude un contropiede in velocità. Taddei riceve, parte in dribbling e appoggia al compagno che chiude di in scivolata: 0 a 2 al ventunesimo. Ranieri al trentesimo dà il via alle sostituzioni: Menez, pasticcione, per Baptista, Toni, ormai inutile, per Vucinic, e Brighi per Pizarro. Larrivey colpisce la parte destra della traversa, deviato da Burdisso. L’argentino e Cassetti sbandano, è stanco e si innervosisce. Nel secondo dei quattro minuti di recupero punizione di Jeda, spizzata di Matri e, sul rinvio di Cassetti, spinta di Conti. Gol di Lopez con la Roma ferma. Dopo le proteste, Larrivey, su dormita di Cassetti, calcia di sinistro, Julio Sergio respinge verso il secondo palo dove piomba Conti per il pari al quarantottesimo e per rovinare la Befana al papà Bruno. Da quattro partite il giallorosso non subiva reti. Erano, sotto i riflettori, ormai quasi cinque. Quasi.