La penna degli Altri 21/01/2010 11:16
Quelli che...hanno "tradito" il Paradiso
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EROS RAMAZZOTTI Insieme a Walter Veltroni è lesempio più eclatante di juventino de Roma. E pensare che Eros Ramazzotti, uno dei cantanti italiani più famosi al mondo, è stato davvero un figlio del popolo romano (ma sono anni ormai, da quando è diventato famoso, che si è trasferito a Milano). Lo diceva anche la sua canzone: Nato ai bordi di periferia dove i tram non vanno avanti più, dove laria è popolare
, dove si può insomma
essere solo della Roma o della Lazio. E invece, ha dichiarato spesso: «Andavo a vedere le partite allo stadio Olimpico, avevo 8 anni, e già tifavo Juventus».
WALTER VELTRONI Non parliamo ovviamente delluomo politico, ma del tifoso. Che vi piaccia o no, che siate di Destra, di Centro o di Sinistra, è innegabile che, durante il suo mandato di sindaco di Roma, Wolter (come
lo chiamano simpaticamente un po tutti) ce lha messa tutta per fare il bene della Roma, con iniziative che esulavano anche dai suoi normali compiti, come lintermediazione per arrivare a certi calciatori (Pizarro ad
esempio) o per mettere in contatto certi dirigenti (il famoso caffè in Campidoglio tra Rosella Sensi e Giraudo). Certo, però, è vero anche che Veltroni, da tifoso juventino, ha un po cavalcato londa del grande tifo giallorosso
per farsi un po di campagnuccia elettorale. Lo si ricorda allo stadio, il 17 giugno 2001, con figlia al seguito e sciarpetta giallorossa al collo ad applaudire la Roma Campione dItalia. La domanda sorge spontanea: se vostro figlio fosse della Juve (non ve lo auguriamo), vi mettereste al collo quei colori?
PIETRO SERMONTI E il noto attore protagonista soprattutto di film televisivi tra cui la fiction Un medico in famiglia. Nellambiente viene definito il raccomandato in quanto è il nipote di Susanna Agnelli, ovvero la sorella dellAvvocato. Da qui il suo tifo bianconero nonostante sia romano, pariolino per lesattezza, un diplomato allo Chateaubriand per intenderci. La nonna da ragazzino gli fece fare anche dei provini con la Juventus, perché il ragazzino voleva fare il calciatore. Poi, col passare degli anni, mise in giro la voce che aveva ripiegato con larte della recitazione in seguito ad un brutto infortunio. Che peccato, con lui in campo
nella Juve di Ferrara sarebbe stato tutto (ancora) più facile.
MASSIMILIANO BRUNO Il nome potrebbe dirvi poco ma, in realtà, chi frequenta il mondo del teatro romano e, soprattutto, chi segue il cinema adolescenziale italiano saprà riconoscerlo. Lui è un (bravo) sceneggiatore,
quello di Notte prima degli esami per intenderci, anche attore accanto a Nicolas Vaporidis di Questa notte è ancora nostra. A teatro invece ha realizzato decine di commedie e monologhi, lultimo scritto per Paola Cortellesi (romanista) Gli ultimi saranno ultimi. Forse lo ricorderete nelle vesti di conduttore nella trasmissione trasmessa su Fox (Sky) 80° Minutodedicata alla mitica stagione del calcio negli Anni 80.
ALESSANDRO GRECO Un tempo era considerato (impropriamente) lerede di Pippo Baudo (altro juventino). Faceva, e fa tuttora, il conduttore, ma è passato da Mamma Rai ad Alice, canale tematico dedicato alla cucina
su Sky. In effetti dietro ai fornelli non sembra capirci molto, visto che si limita ad osservare, fare qualche commento e, ogni tanto, baciucchiare la moglie Beatrice Bocci, tifosa viola, sempre accanto a lui. E stato anche un concorrente del reality La Talpa, ma anche lì non ha dato un grande prova di adattamento. E juventino sfegatato, e manifestava apertamente la sua grande passione per i bianconeri sin dai tempi di Fuego, quel programma canterino tutto sommato inutile che ben presto Rai 2 tagliò.
MASSIMO ZAMPINI È uno scrittore, anche molto bravo, nato a Roma e tifoso juventino, che ha recentemente pubblicato il libro Er go de Turone Diari di uno juventino a Roma. Usando qua e là il romanesco Zampini
fa riferimento alla rete, regolare, che il 10 maggio 1981 il difensore della Roma Maurizio "Ramon" Turone segnò alla Juventus e che larbitro Paolo Bergamo annullò per un inesistente fuorigioco. Massimo Zampini
usa quellepisodio per stemperare i toni, per scusarsi quasi, e pacificare le opposte tifoserie. Uno juventino illuminato (non a caso è romano) che arriva a smascherare anche le responsabilità dei vertici societari della sua amata squadra nella spinosa vicenda Calciopoli. Ma la parte più interessante è indubbiamente la descrizione della sua infanzia vissuta tra contumelie e pregiudizi di amici e conoscenti per la sua fede bianconera professata a Roma.
ORIUNDI Ci sono poi i romani dadozione, quelli che hanno scelto Roma per esigenze private o professionali. Roma insomma, specie per chi ha scelto le strade della tv e del cinema, ha contribuito a decretare il loro successo. Ma loro, romani dadozione, hanno continuato a dichiarare o hanno scelto damare la Vecchia Signora. Gli esempi più tangibili sono quelli di Bruno Vespa (abruzzese, ma con i figli romanisti) e Pippo Baudo (siciliano). Anche Giampiero Mughini, star dei salotti tv, è un catanese bianconero, o lemiliano Paolo Belli, musicista con la zebra nel cuore ma legatissimo a Roma (quando ancora nessuno se lo filava fu il palco del Primo Maggio a decretargli fama e successo). Lamberto Sposini è umbro, ma anche lui deve il suo successo a Roma, prima come vicedirettore del Tg5 di Mentana con sede al Palatino, ora come conduttore della Vita in Diretta su Rai Uno. Ma nonostante ciò è uno degli juventini più accreditati. Non citiamo tutti i torinesi o piemontesi (e anche lombardi via) tifosi della Juve, sennò faremmo notte (da Massimo Giletti a Max Pisu, da Marco Travaglio ad Ezio Greggio, passando per i doc Alba Parietti e Giorgio Faletti), ma ricordiamo ancora quanti tifosi-vip sono costretti a seguire, eternamente in trasferta, la loro amata squadra. Il dj Linus, che in realtà si chiama Pasquale Di Molfetta, è un bianconero di Foligno; Giusy Ferreri, juventina, prima di trasferirsi nel profondo nord viveva nella sua Sicilia (lo testimonia anche il nome, Giuseppa Gaetana); Jean Alesì, lex pilota di Formula 1 è addirittura costretto ad attraversare le Alpi con il pranzo sullo stomaco per vedersi una Juve Atalanta qualsiasi (ese giocavano a Bergamo faceva pure prima). E poi ci sono il napoletano Alessandro Preziosi (il bello di Rivaombrosa), il foggiano Michele Placido che ha recentemente
dedicato unode a Del Piero e, purtroppo (sempre con sarcasmo sintende), decine di altri (da Briatore a Di Pietro). Ma chiudiamo con una battuta, che risuona come una massima, pronunciata dal grande attore e regista John Malkovich che, laltra domenica a Quelli che
il calcio, ha dichiarato: «Mia moglie è piemontese e io dovrei tifare Juventus come lei. Ma non amo Torino, il tempo è molto più bello in Sicilia!».