La penna degli Altri 22/01/2010 12:21

Per Ferrara la sfida più sofferta



Il romano non ha nulla a che spartire con Ivan Drago, eppure è lui l’avversario numero uno di Ciro Rocky. Il primo round un anno fa, quando l’allora dirigente Ferrara non nascendeva qualche perplessità sull’operato di Ranieri. E non immaginava di doverlo sostituire. Però, talune scelte - su tutte Poulsen, e non Xabi Alonso - suscitavano censure in molti settori legati al club di corso Ferraris.



Ottenuto il posto di lavoro, Ciro ha preferito un cagnaccio come Melo a un playmaker come D’Agostino. punto a capo, ma con vent’anni abbondanti di esperienza in meno in panchina. E dire che all’inizio Ferrara piaceva a tutti, sembrava davvero un altro Guardiola. Fatto in casa, giovane e low cost. Pronti via, e vince le sue prime sei partite in serie A, prima del lento e inesorabile tracollo. Ora parlano i numeri:
la sua è in ritardo di dieci punti rispetto all’anno scorso, ha segnato un gol in meno e ne ha incassati addirittura dodici in più, è a -13 dalla solita Inter (Ranieri dopo venti giornate era a -3). E’ già fuori dall’Europa che conta, dalla lotta scudetto e persino dalla zona .



Ranieri no, lui se la ride. Gli sono bastate 18 partite, due in meno di Ferrara, per conquistare otto punti in più dell’uomo che gli ha tolto di mano il volante della . Domani l’ex torna all’Olimpico alla guida della sua Roma fresca di sorpasso. L’occasione è unica: restituire lo sgarbo a Ferrara. E soprattutto a Blanc, che lo giubilò in malo modo