La penna degli Altri 28/01/2010 08:35
Non è razzismo solo quando c'è Balotelli
Chiaro, no? Eppure non ho ascoltato, durante le telecronache, particolari accenti di condanna dei professionisti dell'insulto presenti all'Olimpico torinese nonostante il «blocco» della curva ultrà i cui tradizionali ospiti si sono evidentemente trasferiti nelle tribune; né ho registrato i turbamenti di quei maestrini dell'etere che affidano alle radio il loro grave disappunto per la campagna d'odio - così la definiscono - nei confronti del Balotelli che nel cuor mi sta; e neppure ho letto corsivi grondanti scoramento e vergogna per le intemperanze anti-Totti, mentre si solennizza con un pezzo al giorno il (presunto) razzismo degli italiani che - attraverso gli insulti indirizzati al giovane talento interista - vorrebbero colpire tutti i giocatori neri, in realtà fortemente amati dai rispettivi tifosi e ammirati dalla collettività pallonara. Ricordate le campagne nordiste contro i meridionali? «Lavatevi!», gridavano ai napoletani; «Forza Etna!», auguravano ai siciliani.
Ah, che simpaticoni! Maleducati, d'accordo, ma non mettiamola giù pesante. Anzi, con quel «Giulietta è una zoccola» esposto durante un Verona-Napoli i partenopei hanno pareggiato il conto, anzi hanno vinto per salacia. E Totti? Quante se ne possono dire a Totti, a sua moglie e ai romani in genere? Se c'è razzismo, in Italia, spesso è fra noi italiani, nordisti e sudisti, terroni e polentoni: ma ci abbiam fatto l'abitudine e ormai esistono una vasta letteratura e una colorita filmografia che ridimensionano il tutto a espressione dell'Italia dei Comuni; a volte dei quartieri, dei rioni, dei vicoli, dei portoni. Su questi ultimi un tempo a Torino scrivevano «non s'affitta ai meridionali», l'ho visto coi miei occhi: poi, quando si sono accorti che la Fiat aveva bisogno dei meridionali, tutti zitti e buoni. Il «caso Balotelli» è frutto di stupidità, a volte demenza, maleducazione, a volte scelleratezza; e d'invidia: il ragazzino - fatemelo dire, ha appena vent'anni - è un fuoriclasse, se non si perde per via (o dal parrucchiere) sarà una figurona nell'Albo dei Grandi. Dei ventenni ha la gagliardia e anche l'impudenza (si cantava, ai miei, tempi «i goliardi hanno sempre vent'anni...e quella cosa girata all'insù»), è cazzuto e narcisista insieme, maestro di pallone e monello.
Mi ha detto un giorno Zamparini: «Macché razzismo! Col carattere che ha, Balotelli lo fischierebbero anche in Africa...». Ma averne. Chiedo da tempo a Lippi che lo porti in Nazionale, ma attenuerò le mie invocazioni. Non vorrei che il CT - lasciandolo a casa - fosse accusato di razzismo. E dico infine a Totti: complimenti, Francesco, sei diventato anche un saggio. I «Puponi» crescono, crescerà anche Balotelli.