La penna degli Altri 22/01/2010 10:40

La nemesi di Ranieri

È la storia di un romano di San Saba, a metà tra la coratella der Testaccio e l’eleganza dell’Aventino, un cinese involontario di cinquantanove anni a ottobre, abituato a lottare e vincere e perdere da solo, soprattutto a tacere quando è il momento di farlo.

Domani sera, nella Torino che non l’ha mai stimato e mai lo rimpiangerà (non si rimpiangono le persone normali: solo gli anormali - o speciali - e gli stronzi) quest’uomo completerà, comunque finisca la partita, un rapido percorso a ritroso che l’ha visto uscire vincitore: dovesse portare a casa almeno un punto, stravincerebbe e potrebbe dire quel che sussurrò un diciottenne che mi è caro dopo aver conquistato la più affascinante, inarrivabile e corteggiata delle ragazze: «Adesso potrei anche morire».



Troppo educato

Ma non è Ranieri il tipo che vuole il sangue degli avversari. Gli basta, eccome se gli basta, aver dimostrato che il calcio che ha una fretta delinquenziale di tagliare le teste più traballanti è destinato a implodere.

La prima parte della storia la conoscete, tuttavia la riassumo. Approfittando dell’inconsistenza del gruppo dirigente (altro peso, altri spigoli, altri interlocutori Giraudo e Moggi rispetto a Blanc e Cobolli Gigli), dell’assenza di certezze tecniche e di quella che si chiama educazione ma che viene sistematicamente scambiata per mancanza di personalità, a ottobre il giornale più letto e “ascoltato” dagli juventini (e dai torinisti) dà il via a una campagna antiuomo. Che si fa subito feroce: Ranieri non ha ancora perso una partita quando viene indicato come una guida incapace di riportare al titolo la .

L’attento e informato Tuttosport diretto da Paolo De Paola, ex Gazzetta dello sport, il quotidiano sportivo più conosciuto e istituzionale del mondo, accende una scatola intera di svedesi che finiscono sulla benzina sparsa a Vinovo non appena la comincia a perder colpi. Di fronte alle prime contestazioni e ai tanti veleni - altri giornali più formali si pongono sulla stessa linea dell’ex marroncino - Blanc prova a tenere duro e in parte ci riesce.

La infatti si riprende, “miracolosamente”, i giornali allentano la morsa, Del Piero indicato sempre dai De Paola’s come il capo della rivolta dei vecchi nello spogliatoio, gioca, decide e diventa stranamente organico al non progetto. Si arriva al dies irae, all’esclusione dalla .



La campagna riprende con toni ancora più aspri, inviti a farsi da parte, alicenziare il licenziabile (il giornalismo di carta si fa anche così ma bisogna poi avere la disinvoltura di ammetterlo), a dare la squadra all'esperto Ferrara, a Benitez, a Tarzan ma anche a , e all'ennesima sconfitta cade anche la testa di Ranieri.

Mancano soltanto due partite vinte in partenza alla fine del campionato e l'umiliazione, per l'allenatore prima che per l'uomo, è di quelle che non si possono dimenticare.

E infatti Ranieri non dimentica. La sponda del fiume è quella sul Tevere, il suo Tevere. La dirigenza bianconera, dopo aver sondato Giampaolo, conferma Ciro Mobile alla guida della che investe oltre 50 milioni per sostenere l'azzardo.  Dopo due giornate di campionato Ferrara vola, e la Roma approfitta delle dimissioni di Spalletti per dare lavoro al romano Ranieri. Con qualche difficoltà ma dicendo sempre la verita il Cinese comincia a guadagnare punti. Sfiga vuole, per chi sta a Torino, che le cose peggiorino improvvisamente.

Sul blog del direttore di Tuttosport i commenti si inseguono a migliaia. Papiultras scrive: "Perchè al sig. Ranieri lo volevate subito fuori nonstante le ottime prestazioni con il Real e, invece, Ferrara non viene mai messo in discussione? (cosa non vera, nda). NOn ha dato gioco, non ha carisma, non ha idee, non fa cambi e quando li fa sono assurdi. Adesso basta! Vogliamo un grande allenatore (Hiddink, Spalletti, ) in fondo è dal dopo Capello che non ne abbiamo (Deshamps-Ranieri-Ferrara non sono tali). Fate una campagna contro Ferrara come avete fatto con Ranieri (ops, Ferrara lo volevate pure voi, incompetenti)".

Come in un film

Di qualche giorno fa il sorpasso clamoroso della Roma di Ranieri sulla del dopo Ranieri. Domani sera la sfida diretta all'Olimpico della nemesi. Il copione de Il Cinese non l'ho scritto io, nè - evidentemente - De Paola. Il protagonista, che per un anno ha dovuto sopportare accuse infondate come quella di aver preferito Poulsen a Xabi Alonso poi ceduto al Real per 30 milioni, avesse potuto l'avrebbe scritto così.

Questo per dire che, grazie al cielo, i signori che occupano le panchine sono esattamente come noi, hanno gli stessi sentimenti, vivono le stesse frustrazioni, attenuate solo in parte dagli stipendi assai più gratificanti.

E che fare i giornali, non solo quelli sportivi, è sempre più difficile: si corre il rischio di giocare le partite, anzichè di stare a guardare per giudicarle. Io lo faccio da una vita. A volte si perde, altre si straperde.