La penna degli Altri 18/01/2010 09:28

Irresistibile



Elenchiamone qualcuno: tren­tacinque punti in diciotto gare, in pratica una media di due a partita, una media da stra­; otto punti recupera­ti sulla , ventuno sulla Lazio; coppe comprese ieri è ar­rivato il quattordicesimo risulta­to utile consecutivo; ventisei le reti realizzate, diciotto quelle su­bite a una media di una ogni no­vanta minuti dopo che nelle pri­me due gare di campionato si era andati avanti alla media di tre a partita; dieci vittorie, cinque pa­reggi e pure qual­che rimpianto, le­gato, per esempio, alle due trasferte a San Siro e, so­prattutto, a quel pareggio a Caglia­ri al quale neppu­re Allegri ancora crede.



Quello, però, che i numeri non possono sottolineare è il cre­scendo del gioco giallorosso in questi quattro mesi e mezzi di gestione di Ranieri. Che, pure, si era presentato al motto scorda­tevi il bel gioco, consapevole che in quel momento servisse prima di tutto tornare a correre e lotta­re, per il bel gioco ci sarebbe sta­to tempo.

E’ andata proprio così. Ora la Roma dell’allenatore di San Saba vince giocando bene, sempre meglio, ridimensionando di vol­ta in volta l’avversario di turno. E, ultimamente, lo ha fatto do­vendo rinunciare al suo capita­no .



Forza della squadra e dell’arri­vo di un attaccante come Luca Toni, che a Trigoria mancava da una decina d’anni, la punta di pe­so, fisico e testa che serviva per completare il reparto offensivo giallorosso, serviva al punto che, ieri, contro il , è stato pro­prio Ranieri a decidere di lascia­re in tribuna . La sua Roma non poteva dargli risposte mi­gliori.



E’ stato un lavoro straordina­rio quello compiuto da Ranieri. Sotto tutti gli aspetti. Come, per esempio, nel recupero di alcuni giocatori che sembravano avvia­ti al capolinea della loro carrie­ra. E invece sono rifioriti, ricon­fermando come fossero impre­scindibili per poter vedere una Roma da togliersi il cappello.



Prendete Perrotta e Taddei, giusto per dire i due nomi più eclatanti. Nei me­si precedenti si erano persi tra in­fortuni, recuperi affrettati, presta­zioni che lascia­vano perlomeno perplessi. Sono tornati a essere protagonisti fon­damentali di una Roma che an­che come condizione fisica ha fatto un salto in alto di quelli che lasciano il segno. Sulle squadre avversarie.



E poi il gruppo. Fantastico. Lo dimostra in campo. Guardate quando la Roma realizza un gol, è una festa di tutti, come quando, qualche anno fa andava in scena il siparietto degli schiaffi in te­sta. Ma anche, guardate, quello che si dicono o si fanno i giallo­rossi in campo, come quando, per esempio, ha segnato in coppa Italia alla Triestina, tutti sono andati a festeggiare Menez, autore del passag­gio decisivo, che era reduce da un periodo piuttosto tormentato. Sono segnali di una squa­dra che funziona, dove la legge tutti per uno, uno per tutti è una legge rispettata da tutti perché tutti hanno la consa­pevolezza che prima di qualun­que discorso personale, viene la Roma.



Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Una Roma che fa sognare.