La penna degli Altri 28/01/2010 09:35

Il sogno scudetto? No, voliamo basso. Però...

Però, fino a qualche tempo fa anche il Milan sembrava irraggiungibile. E invece, la Roma è lì e gli soffia sul collo. La sembrava di un altro campionato: difatti lo è, ma in senso inverso. Cosa potrà succedere quando ritornerà la con le sue sfide tremendiste, con le sue fatiche, le sue trasferte e il peso dei suoi risultati? Oggi il ruolino di marcia è diventato quello giusto, la squadra di Ranieri ha guadagnato punti su tutte le grandi del campionato - qualcuna l’ha addirittura seppellita -, e sta viaggiando a velocità doppia rispetto all’anno scorso.

In fondo, forse aveva ragione Mourinho, quando aveva detto che «la Roma è una formazione piena di ottimi giocatori. Ha il miglior centrocampo d’Italia (e la difesa, con Juan e Mexes, e l’attacco con , non è che sono

proprio da buttare, ndr), e lo sanno tutti che noi avremmo voluto avere un mucchio di suoi elementi». Lo diceva quando la Roma andava a prendere sberle dappertutto, e sembrava solo una provocazione. Rilette oggi, invece, quelle parole paiono acquisire un altro senso. Oggi, per di più, ci sono giocatori forti e idee nuove.

«Per come lo vedo io, il calcio, i ragazzi hanno fatto un ottimo cambiamento», attesta Ranieri. Cambiando tutto, sono cambiati anche i risultati. E allora perché non sognare? Forse proprio per questo, perché le vittorie sono venute dopo aver cambiato le teste, dopo aver rivoluzionato il modo di intendere le partite, e dopo aver abolito tutti i proclami e abbassato i toni. Low profile in stile Ranieri (non lo accusavano per questo quand’era alla ? Difatti, adesso s’è visto: hanno alzato il profilo e abbassato un po’ il rendimento. Contenti loro). In qualche modo, l’ha spiegato bene lui stesso, subito dopo la vittoria di Coppa Italia sul Catania: «L’entusiasmo aiuta, i giocatori corrono, pressano, si aiutano in campo. Volevo una squadra equilibrata, perché quando io affrontavo la Roma

la facevo venire avanti e poi la battevo perché la trovavo sempre scoperta dietro. Ora abbiamo acquisito sicurezza. I ragazzi avevano perso autostima. Ho cercato di isolarli, non farli pensare più solo a giocare bene. Che non significa fare solo il colpo di tacco
».

Ecco, per come lo vede lui, il calcio, appunto, «i ragazzi hanno fatto un ottimo cambiamento». Conviene a questo punto alzare l’asticella? Conviene cominciare a pensare in grande, farsi venire in testa l’idea pazza dello scudetto? Beh, la risposta è persino un po’ scontata: diciamo che non conviene, che non si fa, che non si tradisce così tutto il low profile che ci ha portato così bene fino adesso.

 

Diciamo che dobbiamo continuare a volare basso, che a stare umili e coperti forse non siamo proprio abituati, ma visto che qualche soddisfazione ce la togliamo, possiamo pure fare i bravi. Diciamo che se uno lo chiedesse a Ranieri, lui si arrabbierebbe, e oggi sinceramente chi è quel verme che avrebbe voglia di far arrabbiare Ranieri? Diciamo così. Poi se uno volesse sapere come va a finire veramente, mai dire mai. SPQR. Sono pazzi questi romani.