La penna degli Altri 04/01/2010 11:07

Ho fatto un sogno, vorrei qualcuno che investisse

Viola, perché sono un nostalgico, e poi perché i sogni hanno sempre qualcosa di impossibile. Ma Dino Viola ci guarda dal cielo, e dice che ogni cosa ha il suo tempo. Il suo s’è fermato in un posto lontano, davanti a biblici, smisurati orizzonti, e avrà un’insegna un po’ stinta per ricordare la gloria nel suo dondolare dal cantone del portico. Il nostro è quello che ci aspetta. E allora io sogno

che venga uno con i soldi e con le idee. Senza

intermediari e senza avvocati, senza cordate o impossibili

alleanze, senza promesse e senza bugie, senza conferenze stampa che non annunciano niente, senza svizzeri o americani, senza improbabili mediatori laziali e senza prestanomi dal passato incerto. Che sia uno che si presenta per quel che è e basta, che non mandi nessun’altro avanti in sua vece, che non sia un imprenditore albanese, che non dica di essere un grande amico di Berlusconi o di Galliani, come se fosse una garanzia per comprarsi qualsiasi cosa, mentre per ora tutti quellli che continuano a ripeterlo o scappano via o scendono  in serie B. Che abbia i soldi veri, questo sì. Mica dev’essere come Moratti, che ogni anno ci porta via qualcuno, e che dopo Chivu e Mancini quest’estate cercherà , che se solo pensassero di starlo ad ascoltare, io rassegno le dimissioni da tifoso e vorrà dire che mi darò alla Liga e al
. Soldi e testa.

Mica dev’essere un bauscia, uno che va in giro con i bigliettoni che gli escono dal taschino e che raddoppia tutti gli emolumenti appena uno frigna, anche se questi sono i tempi della cassa integrazione, delle fabbriche che chiudono e del lavoro che manca. Vorrei che fosse uno serio, che abbia un progetto per lo stadio e un’idea per la società. Se dovessi fare degli esempi, direi De Laurentis o Della Valle. Ecco, uno così. Certo, se venisse Abramovic mica lo mando via. Ma io sogno di vincere come ho vinto le poche volte che ci sono riuscito, magari un po’ di più, ma senza prepotenza, senza rubare, senza portare via tutto, prendendo solo quel che è mio, soffrendo come ho sempre sofferto, e per questo gioendo di più. Io non chiedo la luna. Chiedo un sogno. Basta uno che investa su un progetto, scegliendo gli uomini giusti (come ha fatto Della Valle per esempio, partendo da zero: Corvino e Prandelli) e costruendo una squadra che guarda al futuro, perché Toni andrà anche bene per quest’anno e per questo gioco, ma quanto potrà durare uno come lui che ha già intrapreso la parabola discendente? Ecco, vorrei un presidente che non sia costretto a vendere Chivu o Aquilani tutte le estati che vengono, che al posto di Toni possa permettersi , o Gilardino, tanto per fare dei nomi, oppure cercare un talento per il futuro che non costi troppo, come faceva Baldini (un altro che vorrei che tornasse), quando c’erano i soldi, e lui pescava Samuel e Mexes che erano ancora dei ragazzi. Vorrei uno che ci togliesse dalle ambasce, dalla paura di restare senza risorse. In fondo, non dovrebbe nemmeno partire da zero, perché in società ci sono già risorse importanti, come Bruno Conti, come Montali, come Pradé, e tanti altri. Io lo faccio questo sogno. Non ho un nome, perché il nome che vorrei dargli non c’è più. Ma so che esiste. Io lo aspetto.