La penna degli Altri 31/01/2010 09:08

Forza Julio lo sai fare. Stavolta fallo per noi

Non c’è il To-To, Menez ha il “ginocchietto” (stupendo spallettismo di Ranieri, ieri) malaticcio, Okaka forse avrà una maglia da titolare o forse no, Baptista sarà titolare. Garantito al 100%. L’ultimo gol in Serie A della punta ritrovata, dell’attaccante che arrivederci Roma anzi no, risale alle notte dei tempi: -Roma, 25 aprile di un anno fa. Ma finì malissimo, in perfetta linea con una stagione povera di gioie. La caduta di Spalletti, l’incoronazione del sor Claudio, l’ascesa della Roma e l’amore senza precauzioni tra la Capitale e Luca Toni



Numero Uno. Più assavano i mesi, più la stella di Baptista pareva destinata a brillare altrove. Lo dimostrano i minuti disputati in campionato: appena 291, frutto di undici presenze non sempre, anzi quasi mai, entusiasmanti. Eppure, Baptista era - ed è - Baptista. Uno che in passato è stato capace di entrare nella storia del calcio dalla porta principale. Non si fanno per caso quattro gol al Liverpool a casa sua. All’Anfield. Record, leggenda. Bestiale, no? In queste due stagioni romane, Baptista è stato importante a sprazzi. In un caso, fondamentale. È il 16 novembre 2008, la palla spiove sulla testa di Julio e poi supera Carrizo. È il derby, è la ciliegina su una torta che a fine anno sarà quasi da buttare, ma è pure la dimostrazione che Baptista sa segnare gol pesanti. E non solo quando accanto ha un certo .

Anzi, spesso Julio si è galvanizzato proprio quando si è dovuto sobbarcare tutto il peso dell’attacco. Primo esempio, il 14 gennaio 2009. All’Olimpico si continua un Roma-Samp sospeso l’ottobre prima per nubifra io. Non ci sono e Vucinic, la "Bestia" fa reparto a sé, dietro lo seguono Perrotta e Pizarro. La solitudine lo esalta, Julio supera per due volte Castellazzi. È la prima doppietta con la Roma. Secondo esempio, la trasferta a Torino del 18 gennaio 2009.

Mirko e il mancano, il centravanti è Baptista. Tra gli assenti di oggi c’è il solo Menez, che quel giorno gli gioca alle spalle assieme a Pizarro. Pochi istanti prima della fine della partita, la "Bestia" s’inventa una rovesciata alla Parola. Calderoni non arriva e la Roma espugna la sponda granata del Po. Controindicazioni? La cabala. La prima volta che Baptista si è trovato Okaka come compagno d’attacco, la Roma è affondata. Se lo ricordano bene alla "Favorita" quel 13 settembre 2008. Pronti, via, Okaka serve la "Bestia", Amelia è battuto. Come la Roma, sconfitta per 3-1. Da allora è passata una vita. Stefano è cresciuto, Spalletti ci ha lasciato, quella squadra è una pellicola noir che non gira più. Baptista invece c’è ancora. Oggi, dovrà dimos rare di esserselo meritato. Oggi, può iniziare una seconda vita. Serve una domenica speciale, però. Anzi, bestiale.