La penna degli Altri 23/01/2010 10:34

Ferrara da un esame all'altro: «Io discusso come Ranieri»

Il momento è propizio: ai minimi termini, Roma fiammeggiante; deprimente che defrauda dei sogni i suoi giocatori (da Felipe Melo ad Amauri), Roma rampante che i sogni li fa realizzare (da a Toni). «Io preferisco confrontarmi con squadre che giocano anche sul loro entusiasmo. Per noi è un altro passaggio importante». Il paradosso di Ferrara ha qualche fondamento. Lo enuncia in questa vigilia surreale, in una conferenza stampa grottesca. L’allenatore col fantasma appresso, prima di spiegare perché la squadra è allo sbando, deve difendersi dall’accusa di aver messo in quarantena Vinovo. «Ho voluto un po’ di riservatezza, ho deciso io».

Ciro è il solito allenatore-ragazzo sulle barricate. Deve negare di aver tramato contro Ranieri. «Non credo che Ranieri ce l’abbia con me. Mai gufato, mai tramato. Sono stato calciatore della , poi ho cominciato tranquillamente la mia carriera nel settore giovanile. Non pensavo di poter aspirare alla prima squadra. Chi l’ha scritto, ha scritto il falso. A me preme e premeva solo che la stesse a certi livelli, il resto non conta. Mi ricordo che era stato fatto il mio nome per una sostituzione come ora me li trovo anch’io. Hiddink? Credo più al mio presidente che al suo procuratore. Comunque ci sta, la panchina di Ferrara è in discussione e chi è libero ne approfitta, magari per un po’ di pubblicità. Ma se ha rifiutato quell’offerta... io non l’avrei rifiutata. Mi trovo dov’era Ranieri. Le decisioni non le prendiamo noi ma i club. Certo che c’è un senso di rivalsa da parte sua, ma non scendiamo in campo né io né lui, solo i giocatori. C’era il , ora c’è la Roma, ogni formazione vale l’altra in questo momento».