La penna degli Altri 07/01/2010 09:28

Conti, quando il figlio fa piangere il padre

CORSERA - «Allora, dillo: tu ce l’hai con me». «Perché sei arrabbiato, papà?». «E me lo chiedi? Ci fai sempre gol». Vatti a fidare dei figli.

Daniele Conti, il secondogenito di Bruno, proprio quel Daniele che l’anno scorso litigò di brutto in campo con , ogni volta che vede la Roma viene colto dal complesso di Edipo e, sportivamente, cerca di uccidere il padre. Ieri ha trasformato una sconfitta ormai in archivio (giallorossi avanti 2-0 al 90’, rigore di Pizarro e gol di Perrotta) in un pareggio che ha fatto esplodere di gioia il Sant’Elia. Anche questa volta c’è stato del veleno. Il gol del 2-2, al 93’, è stato una coltellata: tiro di Larrivey, lasciato solo da Cassetti, miracolosa respinta di Julio Sergio e tap in proprio del capitano rossoblù.

Ma ancor più «pesante», almeno secondo i romanisti, è stata la spinta data da Conti a Cassetti nel mischione, al 90’, che ha permesso a Lopez di segnare il temporaneo 2-1. «La partita era finita — ha detto Perrotta, il più infuriato insieme a dopo il gol e al termine della gara, tanto da rischiare squalifiche dopo il referto dell’arbitro —, quell’episodio ha cambiato tutto. Con Rocchi non ci va mai bene».

Rocchi, per la cronaca, quest’anno ha arbitrato Inter-Roma (1-1), alla fine della quale Ranieri denunciò il fallo sistematico a centrocampo degli uomini di Mourinho. Daniele Conti è al Cagliari dalla stagione 1999-2000, dopo aver giocato 5 partite e segnato un gol con la maglia della Roma. Quella maglia che tanto aveva sognato da bambino. Al Cagliari ha giocato 279 partite e segnato 27 gol. Tre di questi proprio alla Roma: quello di ieri, uno all’Olimpico l’anno scorso (3-2 per la Roma) e uno sul neutro di Rieti nel 2006 (4-3 per la Roma). L’epopea dei Conti ha così levato due punti alla Roma, sorpassata dal al quarto posto, e tolto spazio a David Pizarro, che era stato l’incontrastato protagonista della gara fino al convulso finale. Il cileno è stato: 1) sportivissimo a restare in campo dopo essere stato stordito da un petardo, quando stava per iniziare il secondo tempo; 2) bravissimo per tutta la gara, con la ciliegina del calcio di rigore; 3) decisivo, suo malgrado, quando Ranieri lo ha sostituito a 5’ dalla fine, facendo un errore madornale. Pizarro è l’unico capace nella Roma di tenere palla e abbassare i ritmi.

Il Cagliari, senza il cileno in campo, è riuscito a trasformare i nove minuti a disposizione (5 più i 4 di recupero) in un assedio continuo. È chiaro che marcare Larrivey, a partita ormai finita, spettava a Cassetti e non a Ranieri. Ma l’errore del tecnico resta ed è stato grave come quello dei suoi giocatori. Peccato grave, perché con i tre punti la Roma avrebbe dato una nuova sterzata alla stagione, continuando la marcia a passo di carica e guadagnando ancora in autostima. Il vantaggio era arrivato un po’ casualmente, per un contatto tra Agostini e Vucinic in area, punito con la massima pena anche se non c’era stato il massimo reato. Rigore plausibile, ma non solare. Molto più bella l’azione del raddoppio, tutta in velocità, con il doppio sprint di Taddei (assist) e Perrotta (gol di in scivolata). Sembrava finita, anche perché Julio Sergio era stato bravo a bloccare in uscita Matri e fortunato sulla traversa scheggiata da Larrivey. Ma c’era ancora spazio per l’epopea dei Conti e per un pareggio crudele ma in fondo non ingiusto.