La penna degli Altri 16/01/2010 09:49
«Cè unaria nuova. Voglio il quarto posto»
vogliono la zona Champions e per questo
dobbiamo scendere in campo con grinta e voglia
di lottare e sacrificarci, così poi viene tutto
più facile».
Grinta, una caratteristiche che Vucinic sta tirando fuori sotto la gestione Ranieri: «Con il mister si respira unaria nuova. Dobbiamo ringraziarlo perché ci ha messo in testa di crederci sempre, nei novanta minuti non molliamo mai».
La grinta a Vucinic, con Spalletti allenatore, la tirava fuori Daniele De Rossi, a forza di schiaffi in testa (vedasi lesultanza dopo il gol allo Sporting Lisbona in Champions League). Cosa fosse successo nellultimo periodo con il tecnico oggi allo Zenit non ha spiegazione neanche per Vucinic: «Non lo so, ma la cosa più importante è stato uscirne».
Domani allOlimpico arriva il Genoa, a cui il montenegrino negli ultimi due anni ha realizzato due gol fantastici: il primo il 5 aprile del 2008, una girata dal limite che con una traiettoria imparabile si infilò sotto lincrocio dei pali. Il secondo, l8 febbraio 2009, con un sinistro al volo su lancio perfetto di De Rossi. La sua presenza in campo domani contro la squadra di Gasperini non è sicura al 100%: nellallenamento di ieri, dopo aver recuperato
da un piccolo fastidio al flessore, è dovuto uscire per una distorsione alla caviglia. Niente di grave, ma molto fastidioso, tanto da costringerlo ad uscire dal campo e abbandonare anzitempo la seduta. Quando non stava bene sè caricato la squadra sulle spalle dopo linfortunio di Totti in Roma-Napoli: ha sbagliato gol clamorosi contro Livorno e Udinese e si è preso tanti fischi.
Col Bologna si è sbloccato, davanti a Julio Cesar a Milano voleva entrare con la palla in porta, Lucio lo ha fermato. I gol così banali non gli piacciono, allora via in cielo per disegnare il gol che ci ha fatto sognare a San Siro. A Bergamo segna la rete del pari e inventa lassist per Perrotta. Suo il cross per Cassetti nel derby. Contro la Triestina mercoledì è tornato in copertina nel male e nel bene: irritante nel primo tempo, splendido nel secondo. Lo scambio con Menez, il gol, un movimento continuo da prima punta, ruolo in cui viene sempre meno
utilizzato. Contro il Chievo doveva essere la spalla di Toni, ma è uscito con il sorriso dopo dodici minuti per lespulsione di Doni.
La coppia con il gigante modenese potrebbe essere la vera arma a cui si affiderà Ranieri contro il Genoa. Magari con la terza perla in tre anni per cercare di raggiungere lobiettivo puntato: il quarto posto.