La penna degli Altri 04/01/2010 10:12

Allegri: "Toni gioca subito? Peggio per noi"

«Allenare era il sogno che cullavo da calciatore, soprattutto negli ultimi anni, quando avevo arretrato la mia posizione di centrocampista, giocando davanti alla difesa. Di partita in partita, capivo che mi sarebbe piaciuto, c’era un qualcosa che sentivo dentro».

Una carriera cominciata da lontano, fino alla serie A.

«Ho avuto la fortuna di guidare subito una squadra, l’Aglianese in C2, e così ho potuto mettermi alla prova. Poi Spal, Grosseto, Sassuolo e Cagliari».

Cellino ha vinto la sua scommessa.

«Oltre che affidarmi la panchina, ha avuto il grande merito di non esonerarmi dopo le prime cinque sconfitte consecutive... Ci vuole un bel coraggio e una fiducia immensa a insistere su un tecnico che non raccoglie neanche un punto, mentre la piazza ne chiede l’esonero. Perciò devo dire grazie al presidente».



Qual è il rapporto con Cellino?


«Come dirigente ha saputo dare alla società un’impronta forte, con regole, princìpi e disciplina ben precise. Tecnicamente è preparatissimo e cerca di accontentare le mie scelte, con ragazzi che si inseriscono subito. Il Cagliari è la seconda squadra più giovane del campionato».



Perché Galeone le diede il soprannome di “sentenza”?

«Mi piaceva esprimere giudizi, che potevano apparire definitivi».



A Galeone è legato anche per altri motivi?

«E’ stato il tecnico che mi ha insegnato di più, soprattutto a livello tattico. Con lui ho giocato sei stagioni e ho collaborato per tre mesi a Udine, perciò ho arricchito il bagaglio di tutti gli aspetti positivi».



La scorsa estate fu vicino al Milan, poi vicinissimo alla Lazio. Invece è rimasto a Cagliari: deluso?


«No, assolutamente. Avevo firmato il contratto ad aprile, legandomi a questa società. L’interessamento di altri club mi ha fatto piacere, però sono sempre rimasto con i piedi per terra, senza perdere di vista la realtà».



Si sente pronto per il grande salto?


«Lavoro con entusiasmo in questa à, dove ho anche giocato e dove mi sono sempre trovato bene. I risultati diranno se, in futuro, potrò ambire a panchine più importanti».



Quali sono i segreti del suo Cagliari?

«Il rispetto delle regole, gli allenamenti duri, gli spazi dedicati al divertimento. Sul piano del gioco il Cagliari non pensa mai al pareggio, predilige puntare sempre a fare gol, pur rischiando qualcosa in più. Finora solo uno 0-0. Il gruppo è motivato e compatto».



Mercoledì al Sant’Elia arriva la Roma di Ranieri, il tecnico che ha portato il Cagliari dalla serie C alla A.

«Purtroppo, causa il rinvio di Udine, non giochiamo da quasi un mese. E questo aspetto rappresenta un’incognita: è come se giocassimo la prima di campionato».



Che giudizio ha del collega Ranieri?


«Ottimo. E’ un allenatore bravo ed esperto, che ha saputo ricostruire la Roma rivalutandone gli aspetti migliori».



La Roma non avrà .


«Un vantaggio per noi anche perché, senza il capitano, la Roma credo che dovrà cambiare modo di giocare».



Però esordirà Toni.

«Questa non è una bella notizia... Toni è stato un acquisto importante, l’elemento che mancava alla Roma per completarsi. Ora potrà contare su una maggiore fisicità».



Che Cagliari vedremo contro i giallorossi?

«Piacerebbe saperlo anche a me. Di sicuro ci vorrà una prova di spessore perché la Roma, almeno nei dodici-tredici, è inferiore solo all’Inter. E credo possa puntare al secondo posto. Mentre noi dobbiamo vincere altre sei partite per raggiungere la salvezza».