La penna degli Altri 19/01/2010 13:07
Alemanno sullo stadio: «Ne parliamo dopo il voto della legge»

vuole conoscere il contenuto della riforma sugli stadi, prima di mettersi a sedere con la Sensi e con Lotito. Lintenzione del Sindaco è evidente. Alemanno non intende adoperare gli strumenti ordinari, già in possesso della pubblica amministrazione, per avallare due progetti che allo stato attuale non sono nemmeno progetti. Ma semplici rendering. Visualizzazioni al computer. Idee di stadio. Il disegno di legge consentirebbe di abbattere i tempi per la costruzione. Magari, permettendo di iniziare i lavori prima che termini il mandato di Alemanno. Dunque, entro i prossimi tre anni.
Il Comune temporeggia anche per un altro motivo. Alemanno dice chiaramente che non solo la legge è indispensabile, ma pure che lo stadio non sarà un regalo per pochi intimi: «Gli stadi si fanno al servizio delle squadre e delle tifoserie, non al servizio di alcuna speculazione». Un concetto, anche questo, espresso più volte dal Sindaco. Il Campidoglio sa che la strada da percorrere non è delle più agevoli. Dopo lentusiasmo iniziale, Alemanno si muove adesso con molta più prudenza.
Anche perché Roma e Lazio saranno costrette a rivedere parecchie cose dei loro rendering. Le due società dovranno limitarsi a costruire i loro stadi su aree non superiori a 30 ettari (anzi, forse pure qualcosa di meno: sulla cifra esatta si sta ancora lavorando). Concordato dalle forze politiche sotto Natale, il tetto sarà introdotto a breve dal comitato ristretto della VII commissione Cultura della Camera. Poi la palla passerà al Senato per il voto definitivo.