La penna degli Altri 22/12/2009 10:25

Ultimo minuto giallorosso a fine anno


1929 e il 1931 (e nelle file biancocelesti avrà un altro merito non indifferente, quello di partecipare alla sconfitta nel primo derby), ma i pochi mesi di militanza nella Roma e la conclusione della carriera nella Mater, al fianco di , ce lo fanno “perdonare” di buon grado.

Facciamo un bel salto e ci spostiamo al 27 dicembre del 1942 per documentare un altro gol all’ultimo respiro. Né l’anno, né la partita, né tantomeno il protagonista hanno nulla di ordinario. L’anno che se ne va, infatti è il 1942, che vede la Roma indossare sulle maglie lo scudo sabaudo simbolo del tricolore conquistato a giugno. La evoca già scontri epici e nelle file bianconere, per lo più, a fianco a Borel, Parola, Sentimenti IV, c’è un certo Giuseppe Meazza. Il gol in questione arriva all’89’. E’ un gol inutile, in quanto non impedirà alla Roma di uscire battuta dal proprio terreno di gioco, ma Renato Cappellini, uomo che per i suoi eccessi avrebbe probabilmente riscosso la simpatia di Charles Baudelaire, non vuole negare alla sua carriera romanista (ormai giunta agli sgoccioli), questo estremo punto esclamativo.

Forse è vero che le date riflettono in un sottile codice, del tutto incomprensibile ad un primo sguardo, le vicende degli uomini e anche delle squadre di calcio. E’ si, perché il gol all’ultimo respiro torna a fare

capolino dopo dieci anni (per scrivere esatti bisognerebbe fare a meno di sei giorni galeotti). L’avversario, da non crederci, è sempre la (con Carlo Parola ancora al suo posto), il gol, al
90’ marcato da Egisto Pandolfini, nuovamente inutile per evitare la sconfitta. Il 22 dicembre altra connotazione da brividi … l’ultimo nome a finire sul libretto dei marcatori annotato dall’arbitro Gonella (lo stesso che dieci anni dopo dirigerà

la finale dei Mondiali d’Argentina), l’ultimo gol di un anno, il 1968, che ha cambiato per sempre la storia europea e mondiale… ebbene l’ultimo gol … e sarà davvero l’ultimo della sua carriera e della sua vita è di Giuliano Taccola: “Ta ta taccola”, un gol di potenza, segnato al 90’, un gol alla Taccola rifilato al Varese che nelle sue file vede Renato Cappellini, non quello del 1942, ma ormai in questa storia di coincidenze al limite della magia non ci stupiremmo neanche più di questo.

A portare via la malinconia non poteva che essere lui, Ciccio Cordova, bando alle amarezze, alla cabala, alla pigrizia e a quel modo tanto distaccato d’incedere sul campo. Quando Cordova ha voglia gioca sino alla fine, fino all’88’ minuto della gara contro il Perugia del 21 dicembre 1975. E’ il gol partita, un gol al volo, bellissimo. Ma in questa carrellata di uomini “che non devono chiedere mai”, non poteva mancare il bomber Pruzzo. Per lui, però, chiedo uno stralcio dall’articolo … come nei processi. Eh si, perché Pruzzo faceva gol in tutti i minuti, senza andare troppo per il sottile. Semplicemente il 30 dicembre 1979, il suo acuto è arrivato all’89, contro il Cagliari, fissando il punteggio sull’1-3 per i nostri, ma del resto in quel match, il Bomber aveva già timbrato il cartellino.

Il 20 dicembre del 1989 è Policano, all’89’, a siglare contro il un gol, inutile se non per portare il punteggio sul 5-1, l’anno seguente, invece, il 31 dicembre 1988, in un Olimpico che, assomigliava tanto al San Paolo è Rudy Voller, all’88’ a gelare Diego Armando Maradona e mezza “Posillipo”. Il trittico (un senso al gol di Policano  doveva esserci) si completa il 30 dicembre 1989, sarà Rizzitelli, all’89’ a finire sul libro mastro degli “uomini all’ultimo respiro”, bucando Cosin e la rete del . Il 22 dicembre del 2001, la Roma, come nel 1942, chiude l’anno di uno storico tricolore … qualcuno forse lo avvisa della questione e al 91’, Damiano Tommasi infila … Lupatelli (lo avrete capito questa è una storia in cui la normalità è completamente sparita).



Chi dovesse ancora avere dei dubbi lo lasciamo a riflettere sull’ultimo nome indicato dagli astri …22 dicembre 2007, al 90’ di Roma-Sampdoria Castellazzi è battuto da . Ammettiamolo, Brighi non è in cattiva compagnia.