La penna degli Altri 03/12/2009 10:47

Tra il cuore e la ragione

ragione? Questo tema torna di stretta attualità con l’avanzare della stagione romanista che obbliga il Mister giallorosso a delle scelte forzate davanti a impegni ravvicinati come una partita di Europa League che  potrebbe decidere la qualificazione, un derby (basta la parola per spiegarne l’importanza) ed una tanto bistrattata Coppa Italia che, se vinta, potrebbe regalarci per sempre la ormai famosa Stella d’Argento. Da una parte, quindi, due tornei dove si punta alla vittoria, dall’altra un campionato dove l’obiettivo è il quarto posto, e quindi quei preliminari che potrebbero farci tornare in . Da un lato la gloria, dall’altro il denaro con cui poter I costruire una squadra più forte, o quantomeno poter tornare a fare una campagna acquisti degna del nome della Roma e dei tifosi che la seguono.

Con l’attuale rosa a disposizione è possibile essere competitivi su tutti i fronti? Proprio stasera, per una partita

importante come quella contro il Basilea, Ranieri forse sceglierà di fare ricorso ad un più prudente turn over,

privilegiando quindi la squadra che manderà in campo contro la Lazio, ma il mister di Testaccio si troverà ancora tante volte davanti a scelte analoghe. Cosa dovrà fare, allora? Schierare sempre la formazione migliore senza far tirare il fiato a nessuno, o operare una scelta decisa? E in quest’ultimo caso, quale torneo privilegiare? So bene che la logica ci dovrebbe spingere a sperare in un pronto ritorno nell’élite europea, anche se consapevoli di non potere poi allestire una squadra per vincere la . Il cuore, però, batte dall’altra parte. Sarà per una forma di scarsa cultura sportiva, sarà perché abbiamo vinto troppo poco nella nostra storia, ma io considero ancora impagabile e impareggiabile l’emozione di veder alzata una coppa da un giocatore con la maglia giallorossa. E sono certo che tutti quei tifosi che continuano a snobbare l’Europa League, valutandola come una Serie B d’Europa, sarebbero poi i primi a correre allo stadio (e persino in trasferta) se il sorteggio dovesse riservarci un suggestivo doppio confronto contro il Liverpool, o se la Roma

riuscisse addirittura a farsi largo fino alla finale di Amburgo. Stesso discorso per la Coppa Italia.



Lo ammetto: ho rosicato l’anno scorso quando ho visto i cuginastri far festa in un Olimpico stracolmo per  una vittoria che non solo ha dato un senso alla loro stagione, ma gli ha permesso di andare addirittura a Pechino

dove, sia pure aiutati dalla fortuna, si sono aggiudicati anche la Supercoppa di Lega. Allora vi domando: perché la Roma, che vale certamente di più della Lazio, dovrebbe precludersi questo obiettivo raggiungibile, tra l’altro, con un impegno di sole cinque partite? Cosa ne direste di un ottavo di finale contro la Triestina, un quarto di finale col , 2 semifinali contro il Milan, e una finale a Roma contro la ? Farebbe tanto schifo veder scendere in campo le due squadre che hanno vinto 9 volte questa Coppa, giocarsi in una partita secca la possibilità di fregiarsi della Stella d’Argento, simbolo perenne appannaggio di chi raggiunge il decimo trofeo? So bene di non essere un grande esempio sportività, ma io voglio vincere. E’ la vittoria che mi inebria e... mi fa piangere abbracciato (come canta Venditti), non sono i piazzamenti.

Dunque, costi quel che costi, la Roma non deve abbassare minimamente la guardia su nessun fronte. A cominciare da questa sera contro il Basilea. Vincere significherebbe poter poi andare in gita di piacere nel freddo di Sofia tra 15 giorni, dove potremmo fare tranquillamente quel turn over tanto auspicato, consapevoli di rischiare solamente un eventuale primo posto nel girone. Pensiamo quindi, a battere gli elvetici, vendicando sul campo la prima sconfitta dell’Era Ranieri, poi, dalle 23 di questa sera, avremo modo di pensare alla Lazio. Sotto a chi tocca, dunque.